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In aumento i medici con partita Iva: operano nei Ps e negli ospedali

Sanità pubblica Redazione DottNet | 06/11/2019 18:37

Palermo (Anaao): "non hanno una qualifica specifica per svolgere la funzione. Inoltre, visto il rapporto di lavoro non stabile è impossibile controllarne i turni accumulati, cosa che si traduce in una mancanza di sicurezza per se stessi e per gli al

Palermo (Anaao): "non hanno una qualifica specifica per svolgere la funzione. Inoltre, visto il rapporto di lavoro non stabile è impossibile controllarne i turni accumulati, cosa che si traduce in una mancanza di sicurezza per se stessi e per gli altri"

Sono oltre 2.000 i medici che mancano nei Pronto Soccorso in Italia, un numero destinato a raddoppiare entro il 2025. E per tamponare l'emergenza, aumenta il ricorso alle partite Iva. "Non esiste un censimento nazionale - spiega all'ANSA il segretario del sindacato Anaao, Carlo Palermo - ma sono migliaia in tutta Italia, soprattutto in Piemonte, Lazio, Veneto, Campania e Sicilia. Il loro numero è cresciuto molto negli ultimi anni, perché in questo modo le aziende sanitarie aggirano il blocco delle assunzioni".

Secondo i dati Anaao, entro 2025 è prevista la mancanza di 4.422 medici dell'area dell'Emergenza e Urgenza, di cui 800 solo in Campania e 550 nel Lazio. Per tamponare la situazione nei momenti critici, come quelli estivi, le aziende hanno cercato ogni possibile risorsa. Tra queste, il ricorso a medici libero professionisti a partita Iva, chiamati a gettone per svolgere turni in strutture di volta in volta diverse.

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Tra i pochi dati disponibili, quelli del Lazio, dove è "una realtà molto rilevante e diffusa soprattutto in provincia", spiega Guido Coen Tirelli, segretario regionale Anaao Assomed Lazio. I dati parlano chiaro: se è una realtà totalmente assente nella Aziende Ospedaliere e nelle ASL di Roma Città (ASL Roma 1,2,3), appare invece molto importante nelle provincie (Latina circa 20%, Frosinone 20%, Viterbo 42%) e nella provincia romana (Roma 4 oltre 60%, Roma 5 circa 25%). Una situazione che però comporta delle criticità. "In primis - precisa Palermo - non hanno una qualifica specifica per svolgere la funzione. Inoltre, visto il rapporto di lavoro non stabile è impossibile controllarne i turni accumulati, cosa che si traduce in una mancanza di sicurezza per se stessi e per gli altri. Infine, proprio perché chiamati di giorno in giorno in posti diversi, hanno più difficoltà a conoscere in modo approfondito l'ambiente di lavoro e le procedure".

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