E' giusto razionalizzare la spesa ma occorre monitorare gli effetti
La nota dell'Aifa che regolamenta l'uso dei supplementi di vitamina D negli adulti è positiva, ma va valutata nel tempo per qualche possibile effetto negativo. Lo afferma un comunicato della Società Italiana di ortopedia e traumatologia (Siot), che ricorda come ogni anno in Italia si registrano 230mila fratture da fragilità ossea, patologia per cui il supplemento è fondamentale. "La Nota 96 - spiega Umberto Tarantino, Coordinatore della Commissione Osteoporosi della Siot - provvederà a regolamentare la prescrizione con il chiaro obiettivo di contenere la spesa a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
La nota divide i pazienti ammessi alla rimborsabilità in tre categorie. qualche problema, spiegano gli esperti, potrebbe venire dalla terza, costituita da pazienti che per accedere al rimborso devono dimostrare con un'analisi del sangue di avere un carenza di vitamina D. "Dal nostro punto di vista è più che corretto che tutte le persone che hanno tali bassi valori di dosaggio ematico possano avere accesso alla terapia rimborsata - spiega Giovanni Iolascon della Siot -. Va invece sottolineato come nel tentativo di rendere più appropriata e adeguata la prescrizione di vitamina D, la subordinazione dell'accesso alla terapia alla determinazione dei livelli potrebbe potenzialmente, nel medio-lungo periodo, aprire il fronte di un incremento della spesa per gli esami di laboratorio necessari ad effettuare dosaggio della vitamina D. Per questo motivo riteniamo che sarà molto importante poter valutare nel tempo quale sarà il reale impatto clinico ed economico della Nota".
Il carcinoma del colon-retto rappresenta il 10% di tutti i tumori diagnosticati a livello globale, è terzo per incidenza dopo il tumore della mammella (11,7%) e il tumore del polmone (11,4%)1
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Attenzione in particolare per alcune terapie come quelle per depressione, pressione alta e Parkinson ma anche gli antibiotici
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Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi
Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project
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