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Contro i tumori del polmone farmaci che bloccano la proteina ERK

Oncologia Redazione DottNet | 21/11/2019 14:12

Studio del 'Mario Negri' su Journal of Thoracic Oncology

Alcuni tipi di tumore del polmone fra i più aggressivi potrebbero essere trattati con farmaci che bloccano la proteina ERK. E' uno spiraglio sulla possibile vulnerabilità di questi tumori per i quali non è attualmente disponibile alcuna terapia a bersaglio molecolare, dimostrata dai ricercatori dell'Istituto Mario Negri di Milano con uno studio pubblicato sul Journal of Thoracic Oncology. Studio eseguito in laboratorio, che potrebbe essere preliminare a ricerche precliniche e cliniche per cercare ulteriori conferme.

Si tratta dei tumori polmonari con mutazioni del gene LKB1, che hanno mostrato - spiegano i ricercatori - di essere sensibili ai farmaci inibitori di ERK, proteina che rappresenta uno snodo importante per diversi sistemi che regolano le attività di base e il coordinamento delle azioni delle cellule.  Mediante l'utilizzo di una tecnologia denominata CRISPR-Cas9, che permette di modificare il genoma in maniera molto precisa, i ricercatori hanno ricreato in laboratorio dei sistemi cellulari con le stesse alterazioni presenti nei tumori umani e hanno potuto stabilire che la mancanza di LKB1 determina una vulnerabilità del tumore che può essere sfruttata utilizzando inibitori di ERK.

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  "Questo risultato - spiega Mirko Marabese, responsabile dell' Unità di Genetica Molecolare del Mario Negri -, ottenuto con la collaborazione di Maria Chiara Garassino, responsabile dell'Unita di Oncologia Toracica dell'Istituto Tumori di Milano e col gruppo di Eugenio Scanziani dell' Università di Milano, è molto promettente perché sono attualmente in corso sperimentazioni cliniche con i farmaci che inibiscono ERK. La possibilità di utilizzare questi inibitori in questo gruppo di pazienti particolarmente svantaggiati è attraente - sottolinea Marabese - considerando che le cellule normali dei pazienti stessi non presentano la mutazione di LKB1 (mutazione presente solo a livello del tumore). In altre parole, le parti dell'organismo non toccate dal tumore dovrebbero essere insensibili al trattamento stesso, con conseguente minore tossicità". 

fonte: Journal of Thoracic Oncology

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