Studio sui pazienti che seguivano altre terapie non più efficaci
Per chi soffre di tumore alla prostata in stadio avanzato, lì dove altri trattamenti hanno esaurito la loro efficacia, può essercene uno che può garantire una più lunga aspettativa di vita (di due o più anni): l'immunoterapia. A dimostrarlo è uno studio clinico condotto dall'Institute of Cancer Research di Londra e dal Royal Marsden Foundation Trust che è stato pubblicato sul Journal of Clinical Oncology. Lo studio clinico di fase II ha coinvolto 258 uomini con carcinoma prostatico avanzato che erano stati precedentemente trattati e diventavano resistenti alla terapia di deprivazione androgenica (che blocca l'ormone testosterone) e alla chemioterapia con il principio attivo del docetaxel.
La ricerca ha scoperto che un paziente su 20 con carcinoma della prostata allo stadio terminale ha risposto bene all'immunoterapia con pembrolizumab.
fonte: Journal of Clinical Oncology
Acalabrutinib–venetoclax con o senza obinutuzumab ha prolungato significativamente la sopravvivenza libera da progressione rispetto alla chemioimmunoterapia
L'intervento, durato 10 ore, è stato eseguito all'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino
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"L'incidenza di tumori quali ad esempio mammella e del tratto gastrointestinale aumenta in presenza di obesità e sovrappeso. Fondamentali attività fisica, lotta a fumo e alcol"
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
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I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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