Serve un''algor-etica' che guidi l'uso dell'AI in medicina
Da diagnosi a terapie personalizzate, da prevenzione a chirurgia, questi e tanti altri sono gli ambiti della medicina in cui si va sempre più facendo strada l'intelligenza artificiale; è impellente creare un'algor-etica' in modo tale che lo sviluppo e l'utilizzo dell'IA sia sempre pensato dall'uomo per l'uomo. È questo il cuore di un dibattito che si è tenuto al Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, una riflessione a più voci su sviluppo tecno-scientifico e implicazioni etiche dell'intelligenza artificiale in sanità (#AI4DOCS "Opportunità e Rischi dell'Intelligenza Artificiale in Medicina"), alla presenza dei massimi esperti del settore. Il convegno nasce da un'idea di Rocco Bellantone, Preside della Facoltà Medicina e Chirurgia dell'UCSC, Massimo Massetti, Direttore Area Cardiovascolare e UOC Cardiochirurgia del Policlinico e ordinario di Cardiochirurgia, e Monsignor Mauro Cozzoli della Pontificia Università Lateranense.
"L'intelligenza artificiale - dichiara Daniela Scaramuccia, Direttore Health & Life Science IBM Italia - insieme alle nuove tecnologie, può e potrà sempre più supportare i medici nella diagnostica e nello sviluppo di piani di cura personalizzati, e i pazienti nel seguirli.
Secondo Johnson&Johnson la chirurgia digitale rappresenta la prossima rivoluzione dopo l'avvento della laparoscopia: consentirà, grazie all'AI, ai chirurghi e agli ospedali di raccogliere, identificare e diffondere le migliori pratiche per avere un impatto positivo sugli esiti. La chirurgia digitale supporterà il decision making grazie a informazioni integrate e accurate, ma lascerà la decisione finale all'operatore clinico. "Il sapere medico è stato e sarà sempre più travolto dall'esplosione dell'intelligenza artificiale, da tutto quello che comporta il digital health, che sta dando grande supporto alla medicina", afferma Bellantone. "Come docenti di medicina sentiamo il dovere di preparare i nostri studenti all'uso di queste tecnologie evitando il rischio di trasformare il concetto di 'human with technology in technology with human'".
"L'intelligenza artificiale è uno strumento e, come tale, dipende dall'uso che se ne fa e non può prescindere dalla relazione con l'uomo -sottolinea Paolo Benanti, teologo, esperto di bioetica e nuove tecnologie e membro Task Force MISE per l'IA -. Non può prendere il posto di una persona. Le intelligenze artificiali sono un qualcosa e non un qualcuno". "Dobbiamo quindi sviluppare un 'algor-etica' - spiega - in quanto le IA sono dotate di caratteristiche di agency - possono cioè compiere scelte anche senza la supervisione umana; se vogliamo che queste scelte siano in favore dell'uomo - precisa Benanti - devono essere impostate secondo ciò che è ritenuto buono e desiderabile per l'uomo". "Gli strumenti basati sull'intelligenza artificiale hanno e avranno sempre più poteri diagnostici e curativi - ribadisce Mons. Cozzoli. Potranno essere usati a beneficio dei pazienti nella misura in cui restino sottoposti alla verifica e al controllo dei medici opportunamente formati al loro uso sotto il profilo nel contempo tecnico ed etico. Si tratta - conclude - di volgere le AI alla ottimizzazione e umanizzazione delle cure".
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