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Emerse differenze nel cervello di bimbi con diabete

Diabetologia Redazione DottNet | 15/01/2020 13:55

Hanno frequenti oscillazioni degli zuccheri nel sangue

 I bambini con diabete di tipo 1 mostrano differenze sottili nella funzione cerebrale rispetto ai bambini che non hanno la malattia, pertanto è prudente cercare un controllo accurato degli zuccheri nel sangue sin dall'infanzia.  A valutare per la prima volta ciò che accade nel cervello dei bambini con diabete è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica PLOS Medicine.  Il diabete di tipo 1, o giovanile, si verifica quando il pancreas non riesce a produrre insulina, un ormone che aiuta a regolare la glicemia.

Ai pazienti viene somministrata insulina tramite iniezioni o una pompa per insulina ma, anche con il trattamento, i loro livelli di glucosio, o zuccheri, nel sangue, fluttuano molto più che negli individui sani.

Per osservarne le conseguenze nei più piccoli, i ricercatori della Stanford University hanno arruolato nello studio 93 bambini con diabete di tipo 1 e altri 57 bambini che non avevano la malattia. Hanno quindi fornito test comportamentali e cognitivi standard a tutti, prima di eseguire una scansione con risonanza magnetica funzionale del cervello. Sebbene i bambini con diabete abbiano svolto il compito con la stessa precisione di quelli del gruppo di controllo, i loro cervelli si sono comportati diversamente. 

Mostravano infatti una serie di schemi di attività cerebrale anormali, simili a quelli osservati in altri disturbi, tra cui la sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Queste anomalie, inoltre, erano più pronunciate nei bambini a cui era stato diagnosticato il diabete in giovane età. "I bambini con diabete hanno oscillazioni croniche dei livelli di glucosio nel sangue e il glucosio è importante per lo sviluppo del cervello, di cui costituisce il carburante", afferma l'autrice principale Lara Foland-Ross.   Le complicanze del diabete, come il danno renale o oculare, sono rarissime nell'età pediatrica e si manifestano dopo i 20 anni. "Questo studio mostra però che alcune conseguenze sono, in realtà, già presenti anche nell'infanzia", spiega Edoardo Mannucci, direttore della Diabetologia dell'Ospedale Careggi di Firenze. Tuttavia, sottolinea, tenere sotto controllo la glicemia è più complicato nei bambini, per diversi motivi.

"Innanzitutto perché sono più difficile da prevedere in quanto a alimentazione e attività fisica, e questi sono fattori che hanno un riflesso sulla quantità di zuccheri nel sangue. Inoltre - conclude l'esperto della Società italiana di Diabetologia (Sid) - i bambini sono meno addestrati degli adulti a riconoscere i sintomi dell'ipoglicemia, ovvero senso di debolezza, mal di testa, tremori, sudorazione, palpitazioni cardiache, indebolimento della vista. Questo fa sì che si intervenga più tardi nel compensarla, esponendo così il bambino ad un rischio maggiore di ipoglicemia grave".

fonte: PLOS Medicine

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