La chiusura di questo progetto è il culmine di un decennio di lavoro nello studio del genoma del cancro
E' stato completato lo studio per la mappatura dei genomi del cancro. Un risultato unico nel panorama scientifico internazionale - tanto da conquistare la copertina dell'ultimo numero della rivista Nature - perché genera una risorsa inestimabile per la comprensione delle cause, dello sviluppo e dell'evoluzione dei diversi tipi di tumori, gettando le basi per lo sviluppo di nuove classificazioni, diagnosi e terapie in ambito oncologico. Tra i protagonisti di questo studio l'università di Verona, che dal 2010 rappresenta l'Italia nel Consorzio internazionale genoma del cancro. Il team multidisciplinare è coordinato da Arc-Net, centro di ricerca applicata dell'Ateneo e dell'Azienda ospedaliera universitaria integrata diretto all'anatomopatologo Aldo Scarpa e nato con il sostegno della Fondazione Cariverona.
Il completamento di questo progetto è il culmine di un decennio di lavoro nello studio del genoma del cancro che ha visto la collaborazione tra il consorzio internazionale Icgc - di cui fa parte Verona - e il consorzio statunitense Tcga.
"Questo lavoro - ha spiegato il professor Aldo Scarpa - aiuta a rispondere ad uno dei più importanti e fino ad oggi irrisolti quesiti della medicina: perché due pazienti affetti da quello che sembra uno stesso tipo di tumore possono avere esiti molto diversi e rispondere in maniera diversa alla stessa terapia? I risultati del progetto Pcawg mostrano che le ragioni di questi diversi comportamenti sono scritte nel Dna. Il genoma del tumore di ogni paziente è unico, ma esiste una serie finita di schemi ricorrenti. Queste nuove informazioni daranno vita a studi che permetteranno di identificare tutti questi schemi per ottimizzare la diagnosi e il trattamento". "Questo studio - ha osservato il rettore di Verona, Pier Francesco Nocini - rappresenta una pietra miliare per la comunità scientifica, il culmine di una collaborazione mondiale che ha visto Verona pienamente attrice e orgogliosa di rappresentare l'Italia in questo lavoro rivoluzionario nello studio del genoma del cancro che cambierà il modo di affrontare questa malattia".
Il rettore dell'ateneo scaligero ha aggiunto che tra i 1.300 ricercatori dei 37 paesi partecipanti, 35 afferiscono a istituzioni venete: università e Azienda ospedaliera di Verona con 33, università di Padova e Azienda ospedaliera di Treviso con uno ciascuno. Il lavoro appena pubblicato pone le basi per la seconda fase delle attività del consorzio Icgc, che consiste nella realizzazione del progetto denominato 'Argo' (Accelerating research in genomic oncology) che si occuperà di tradurre i risultati del sequenziamento del genoma dei tumori di singoli pazienti in terapie personalizzate e "di precisione". Tale progetto vede ancora una volta Verona in prima linea nell'individuazione di nuovi bersagli terapeutici in tumori finora considerati "orfani" di una terapia mirata.
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