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Antibiotici comuni sono legati a rischi congeniti del bebè

Farmaci Redazione DottNet | 20/02/2020 19:36

Claritromicina ed eritromicina (e tutti gli altri appartenenti alla classe dei macrolidi) sono associati a maggior rischio di importanti difetti congeniti se assunti nei primi tre mesi di gravidanza

 Antibiotici comunemente prescritti come claritromicina ed eritromicina (e tutti gli altri appartenenti alla classe dei macrolidi) sono associati a maggior rischio di importanti difetti congeniti, ad esempio cardiaci, se assunti nei primi tre mesi di gravidanza.  Lo rivela uno studio di Ruth Gilbert, della University College di Londra, pubblicato sul British Medical Journal.  Già in passato altri studi hanno sollevato il sospetto che i macrolidi fossero potenzialmente pericolosi in gravidanza. In questo lavoro sono stati coinvolti ben 104.605 bambini nati in Gran Bretagna tra 1990 e 2016 da donne cui furono prescritti o penicillina o uno dei macrolidi per un'infezione batterica in gravidanza.

I ricercatori hanno considerato tutti i difetti congeniti del bebè e i disturbi dello sviluppo insorti negli anni a venire.

  È emerso che prescrivere macrolidi durante il primo trimestre di gravidanza si associa a un rischio di malformazioni importanti con un tasso di 28 casi ogni 1.000 nati, contro 18 casi per 11.000 nati se la gestante ha assunto penicillina. In particolare con i macrolidi è risultato più alto il rischio di malformazioni cardiache. Pur trattandosi di uno studio di osservazione, spiegano gli esperti, si tratta di risultati significativi in quanto ottenuti su un ampio campione di nati; i medici dovrebbero considerare l'opportunità di scegliere una alternativa valida ai macrolidi in gravidanza, suggeriscono infine gli esperti.

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fonte: British Medical Journal

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