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Tutti i danni provocati dal Covid-19: un'ecatombe

Sanità pubblica Redazione DottNet | 27/02/2020 19:08

Troppa disinformazione. L'Italia è un "paese lazzaretto" e gl'italiani sono da mettere in quarantena

Peggio dell'11 settembre, strade e piazze più vuote di Kabul, un'ecatombe, Italia "paese lazzaretto" e italiani da mettere in quarantena. Sono amare e disperate le parole degli operatori del mondo del turismo messo in ginocchio dal ciclone coronavirus. Un mondo che si trova a fare i conti non con "cali" ma con "l'assenza quasi totale" di prenotazioni e quindi ricavi. Un mondo colpito nella sua interezza dal congressuale ai balneari, dalle città d'arte ai parchi divertimento, dalle gite scolastiche al lusso. Stamani le principali associazioni di categoria si siederanno al tavolo convocato al Mibact per valutare i danni e affrontare le criticità che il settore sta vivendo.

La colpa?  "Il contagio veramente pericoloso e letale è la disinformazione" dice Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi, "Medici, ma anche infermieri e farmacisti, da giorni sono in prima linea nei pronto soccorso, nelle corsie degli ospedali, nella farmacie o davanti al microscopio nei laboratori e non ne possono più - afferma - ma non dei turni massacranti, bensì delle tante affermazioni superficiali che i loro 'colleghi' virologi, immunologi e altri luminari lanciano senza il filtro dei media davanti alle telecamere". Secondo il presidente di Consulcesi, "anche se in queste ore in molti stanno facendo retromarcia, nel frattempo hanno scatenato il panico, che noi per primi abbiamo denunciato lanciando un docufilm formativo e informativo destinato ad operatori sanitari e pazienti che verrà presentato ai principali Festival cinematografici". Tortorella fa notare che il conto di dichiarazioni "acchiappa-click" sui social, presenzialismo mediatico e strumentalizzazioni politiche lo stanno pagando "i silenziosi eroi in prima linea: uomini e donne, che in queste ore stanno compiendo la loro missione con spirito di sacrificio e dedizione. Loro non chiedono visibilità, vorrebbero solo strumenti adeguati per affrontare un'emergenza sanitaria". Tortorella, oltre a sostenere la battaglia degli operatori sanitari in prima linea, suggerisce di prendere esempio da Paesi come la Svizzera che non ha rinviato il Salone dell'Auto di G

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Intanto nel consiglio dei ministri dovrebbe essere approvato il decreto con gli interventi per il Coronavirus dal quale c'è chi si aspetta primi aiuti per il turismo. Già oggi il ministro Franceschini ha provato a confortare gli operatori e ha espresso la volontà di intervenire: "Il settore più impattato direttamente dalla crisi del coronavirus è il turismo. Stiamo pensando a misure immediate e poi insieme costruiremo un rilancio dell'immagine dell'Italia che sono sicuro che sarà rapido", ha detto a Napoli, a margine dell'incontro bilaterale con i ministri francesi. "Vediamo Milano e le nostre città più importanti vuote come Kabul, sentiamo il Kuwait che manda un volo per riprendersi i suoi cittadini, tra un po' ci chiuderà la frontiere anche l'Iraq dove scoppiano 50 bombe al giorno... Questo dà la misura dell'immagine che stiamo dando all'estero. L'unica soluzione è che queste città importanti, che hanno una rilevanza internazionale, tornino alla normalità..." si sfoga il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca che chiede da subito uno slittamento o addirittura una moratoria dei costi fiscali e la cassa integrazione in deroga applicata agli alberghi (sulla falsariga di quello che è successo per il terremoto del Centro Italia).

"A Milano - dice - abbiamo cali di più dell'80%, ci sono alberghi da 150-200 camere con 6 stanze occupate o anche meno. Stessa cosa a Firenze, ancora peggio a Venezia. E cali a picco anche a Roma, che è completamente fuori dalla zona rossa. E soprattutto non entra nemmeno una prenotazione, né per il futuro prossimo ma neanche per maggio. E quel che è peggio è che non riguarda solo le regioni colpite dall'ordinanza ma si sta allargando a macchi d'olio a tutta l'Italia. Non mi vengano a dire che è un periodo di bassa stagione: a febbraio tra congressi, fiere e Carnevali per molte zone è altissima stagione". "E' il momento più buio, neanche l'11 settembre aveva inciso così pesantemente. Il comparto è già in zona rossa, e come tale va trattato" dice Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti che calcola che in meno di una settimana dall'esplosione dell'allarme, alberghi, b&b e agenzie di viaggio hanno già visto andare in fumo 200 milioni di euro di prenotazioni per il mese di marzo. "Oggi al tavolo convocato dal ministro chiederemo immediati provvedimenti a difesa delle nostre imprese, che rischiano nel prossimo trimestre di vedere, per i soli viaggi in Italia,circa 22 milioni di presenze in meno con una perdita di spesa di 2,7 miliardi di euro" dice il presidente di Confturismo Confcommercio, Luca Patanè.

Federturismo Confindustria chiede aiuto al Segretario Generale dell'Organizzazione mondiale del turismo dell'Onu (Unwto) per un piano d'azione di emergenza: "L'Italia oggi è fuori dal mercato turistico internazionale e molti Governi, dall'Irlanda a Israele, ci hanno incluso tra i paesi sconsigliati per i viaggi di piacere e per le trasferte di lavoro. Alle migliaia di cancellazioni, si aggiungono le mancate prenotazioni per tutto il secondo semestre 2020, normalmente già a buon punto in questa parte dell'anno". Assai preoccupata anche Astoi Confindustria che riunisce il 90% dei tour operator italiani. "La situazione - ammette il vicepresidente Andrea Mele - è drammatica. Nella mia carriera ho passato la Sars, lo tsunami, ma una cosa come questa non l'avevo mai vista".

La Sicilia non vuole i turisti del Nord

"Se i turisti arrivano dal Nord sarebbe bene che non arrivassero": una riflessione che il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, fa d'impeto mentre rivendica l'inesistenza di focolai autoctoni nell'isola di coronavirus, ribadendo l'esigenza che lo Stato faccia controlli veri per chi arriva negli aeroporti, nei porti e nelle stazioni ritenendo non incisivi quelli fatti finora e dopo avere appreso di un nuovo caso di positività a Catania (in aggiunta ai tre a Palermo, due dei quali guariti anche se rimangono in isolamento) che riguarda una donna, proveniente anche questa volta dalla Lombardia, che si trova in isolamento.

Un messaggio forte in una fase di alta preoccupazione per le tante disdette che stanno allarmando gli operatori turistici, tanto che lo stesso Musumeci, per evitare polemiche e strumentalizzazioni, precisa a stretto giro: "L'ho detto, e lo ripeto, i turisti provenienti dalle zone gialle farebbero meglio a rimandare di qualche settimana il loro arrivo in Sicilia". "Il mio è un appello alla prudenza, nell'interesse di tutti - specifica il governatore - La Sicilia è e resta, finora, una regione sicura, dove trascorrere la vacanza in un clima assai propizio. Per questo da giorni invito tutti, anche certa stampa, a non fare terrorismo psicologico". E avverte: "In ogni caso, chi arriva da una zona colpita dall'epidemia ha il dovere di informare le autorità sanitarie siciliane, come stabilito dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri".

Ripetendo con insistenza il concetto: "La Sicilia non è una terra in cui non si può sbarcare e non si può atterrare: però servono controlli perché non è possibile che i casi registrati di positività al coronavirus riguardano turisti del Nord". Oltre ai controlli, Musumeci si aspetta da Roma aiuti per le imprese che stanno subendo danni economici: "E' probabile che l'emergenza coronavirus possa determinare ulteriori ricadute per il mondo delle imprese e per questo guardiamo con attenzione e apprensione alle iniziative che il governo nazionale assumerà nei prossimi giorni: sono decine le prenotazioni annullate in Sicilia da ogni parte del mondo". L'ennesimo appello al governo Conte, nonostante l'amarezza di Musumeci per quello caduto a vuoto sull'individuazione di un porto alternativo per la nave Sea Watch, che invece è approdata stamani a Messina con il carico di 194 migranti.

"Il governo di Roma ha respinto la nostra proposta, autorizzando a Messina lo sbarco dei migranti e la loro sottoposizione a isolamento in un hotspot che le autorità sanitarie hanno dichiarato inadeguato allo scopo. È una decisione grave - attacca il governatore - che non rispetta la dignità dei migranti e le preoccupazioni dei siciliani. Sarebbe stato più umano indirizzare la nave in un porto attrezzato e in un territorio lontano dalla emergenza sanitaria. Ne prendiamo atto.

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