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Parte bene il sistema di ricetta elettronica col codice

Sanità pubblica Redazione DottNet | 25/03/2020 16:18

Cossolo (Federfarma): "È circa una settimana che è stato attivato e non abbiamo avuto segnalazioni di particolari criticità". Scotti (Fimmg): "Con i pazienti sta funzionando bene"

È partito senza grossi problemi il servizio dell'Nre, il numero di ricetta elettronica, adottato per evitare spostamenti per recarsi negli studi dei medici di base. A dirlo all'ANSA è Marco Cossolo, presidente di Federfarma. "È circa una settimana che è stato attivato e devo dire che non abbiamo avuto segnalazioni di particolari criticità", sottolinea. Anche i medici di famiglia lo confermano. "Con i pazienti sta funzionando bene - rileva Silvestro Scotti, presidente della Fimmg (Federazione italiana medici medicina generale) - e gli anziani ci hanno sorpreso, perchè molti usano whatsapp e se non ce l'hanno ci dicono di mandare il numero elettronico alla mail o telefono del figlio o di un familiare". C'è però una criticità che secondo Scotti può complicare le cose in farmacia e allungare le file, e quindi il rischio di assembramenti. "Il farmacista deve infatti digitare i 18 numeri della ricetta - prosegue Scotti - Sarebbe molto più veloce se si facesse come in Veneto, dove mostrando il tesserino sanitario al farmacista si aprono le ricette attive per quel paziente".

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L'altro aspetto da risolvere, secondo Scotti, riguarda i farmaci soggetti a piano terapeutico, "di solito destinati ai pazienti più fragili, compilati dallo specialista e che necessitano dell'impegnativa del medico di famiglia. Solo in 3-4 regioni attualmente, come Emilia Romagna, Campania, Veneto e Toscana ci si sta attivando per predisporre un numero di ricetta elettronica specifico anche per i piani terapeutici". Indubbiamente un grosso alleggerimento, secondo Scotti, verrebbe se l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) decidesse di far uscire dai piani terapeutici i farmaci innovativi il cui brevetto sta per scadere. "Si tratta per lo più di medicinali per il diabete e la broncopneumopatia ostruttiva - conclude Scotti - E' una follia continuare a tenerli nel piano tepeutico, visto che adesso hanno ben poco di innovativo, mancando ormai 1-2 anni alla scadenza del brevetto. La delibera in tal senso è già pronta, manca solo l'autorizzazione dell'Aifa. Speriamo che si decida presto in tal senso".

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