
In Usa e Francia prevale la cautela. L'Italia pensa a un'eventuale produzione
Si frena sulla clorochina, il farmaco antimalarico considerato promettente per i suoi potenziali effetti contro il Covid-19 e già in alcuni casi utilizzato sperimentalmente in ambito ospedaliero. Dal Centro di controllo per le malattie statunitense Cdc al ministero della Sanità francese, prevale infatti la cautela: ci sono ancora molti dubbi e non si dispone ad oggi di alcun dato certo, poichè i vari studi avviati su questa molecola sono in corso. Tuttavia, sia pure sulla base di evidenze sperimentali per ora non confermate, l'Italia starebbe valutando la possibilità di una produzione 'interna' del farmaco utilizzando l'Istituto farmaceutico militare di Firenze.
Sono in corso a questo scopo contatti tra l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e il ministero della Salute: "Abbiamo avuto degli input e attendiamo la formalizzazione di eventuali richieste", afferma il colonnello Antonio Modica, direttore del farmaceutico militare. Un'opzione da valutare, ma intanto il Cdc ha oggi rimosso dal proprio sito una linea guida sull'uso della clorochina che affermava che il farmaco è "efficace", per sostituirla con una versione molto più blanda in cui si indica solo che è "oggetto di test clinici".
Ma anche gli esperti italiani invitano alla prudenza. Lo stesso virologo Roberto Burioni (nella foto), che sta conducendo uno studio su cellule presso il laboratorio di virologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano, sottolinea che la clorochina sembra riuscire a bloccare la replicazione del virus se usata prima e dopo l'infezione ma "fino a quando non saranno conclusi gli studi clinici preliminari - sottolinea - non esistono solide prove sull'efficacia di questo farmaco contro il Covid-19. Dobbiamo aspettare". Sulla stessa linea il farmacologo Silvio Garattini: "Bisogna attendere i risultati degli studi, nel frattempo è d'obbligo la prudenza poichè si tratta di un farmaco che ha comunque una tossicità in particolare nei casi di malattie cardiache o in presenza di altre terapie concomitanti. Va utilizzato, in questa situazione di emergenza, solo su indicazione medica e valutando caso per caso". Il fai da te è infine assolutamente sconsigliato dall'infettivologo Massimo Galli dell'Ospedale Sacco di Milano, che richiama l'attenzione sui possibili effetti negativi.
Invece dell'iniezione: allergologi, tanti vantaggi per pazienti
Presidente Forum Società Scientifiche: "Troppi 499 giorni"
Il trattamento con guselkumab somministrato per via sottocutanea permette di ottenere una remissione clinica - 36,7 per cento dei pazienti - ed endoscopica - 25,9 per cento
Via libera alla rimborsabilità del primo trattamento sottocutaneo per l’emoglobinuria parossistica notturna e dei primi tre biosimilari del denosumab, l’anticorpo monoclonale indicato per l’osteoporosi e la perdita ossea
Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi
Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi
Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project
La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti
Commenti