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Cattani (Sanofi): così cambierà il rapporto azienda-medico

Aziende Redazione DottNet | 29/04/2020 18:02

"Assisteremo a un ruolo sempre più presente e crescente della digital health come opportunità per il medico di fare meglio e di più per la salute delle persone"

Marcello Cattani, 48 anni, milanese, è da poche settimane il nuovo Country Lead e Direttore Generale di Sanofi in Italia con il compito di presiedere il comitato direttivo dell’Azienda farmaceutica nel nostro Paese. Un compito che ha tra i suoi obiettivi l’accelerazione del percorso di trasformazione culturale e strategica tracciata negli ultimi mesi dal nuovo CEO del Gruppo Paul Hudson. Cattani, inoltre, mantiene il proprio ruolo di General Manager della BU Specialty Care, la divisione specializzata in malattie rare, sclerosi multipla, oncologia, immunologia e malattie rare del sangue, che guida dal primo settembre scorso. Il suo insediamento arriva in un momento particolarmente complesso, alla vigilia delle grandi trasformazioni imposte da Covid-19.

Come prevede il futuro del marketing farmaceutico alla luce delle trasformazioni di comportamento del medico e dei pazienti

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Sicuramente assisteremo a un ruolo sempre più presente e crescente della digital health come opportunità per il medico di fare meglio e di più per la salute delle persone (video-visite e telecontrolli, ricette dematerializzate, riabilitazione a distanza). Questo darà un valore nuovo e maggiore alla relazione tra medico e paziente e anche alla medicina del territorio. Il nostro marketing dovrà integrare e saper interpretare una velocità nuova, sapere valorizzare nuove competenze molto spinte verso il digitale e le attività multicanale. Dovrà sapere integrare l’attività di informazione scientifica mirata, dove il ruolo dell’Informatore Medico Scientifico sarà sempre centrale, con nuove forme di relazione ma sempre basate sulle evidenze, sulla consapevolezza di portare innovazioni fondamentali per la salute delle persone e per la pratica clinica italiana di per sé eccellente.  Continueremo a dare il massimo e fare la differenza, puntando su credibilità, autorevolezza, resilienza, passione, gioco di squadra. Perché mai come oggi uniti si vince. Significa lavorare con competenze arricchite da una mobilità che oggi si può esplicitare anche attraverso il digitale. È un cambiamento di visione e quindi di leadership che riguarda ciascuno.

Marketing e contenuti innovativi per medici: quali saranno secondo lei le principali novità nei prossimi mesi?

Approccio multicanale e proposte che spingono sempre di più oltre al prodotto, ad altri aspetti della pratica clinica, ai servizi, alla formazione a nuove competenze fondamentali per una relazione medico-paziente profondamente trasformata, evoluta, in cui il paziente è sempre più consapevole, vuole essere coinvolto in un approccio più integrato di informazioni, percorsi di diagnosi e cura alla propria salute. Capacità di valorizzare nuove forme di collaborazione tra tutti i soggetti del mondo della salute, anche pensando a forme nuove di collaborazione tra aziende, Valorizzazione del ruolo dell’AI come valore per fare di più e per certi casi meglio, per liberare e reinvestire risorse, per trovare nuove strade di ricerca. Capacità di estendere innovazioni da settori specialistico come l’oncologia ad altri ambiti terapeutici.

Come cambierà il rapporto medico paziente e tra medico e struttura sanitaria terminata l'emergenza?

Come ha scritto il filosofo Harari sul Guardian “Quando l'emergenza sarà superata dovremo investire ancora di più nella protezione delle vite umane”. La priorità dell’investimento in salute e in prevenzione credo che sia ormai sdoganato. Bisogna investire però in sistemi di cura omogenei su tutto il territorio nazionale, nella ridefinizione a livello operativo e di risorse dei LEA affinché siano equi ed equivalenti da Nord a Sud. Una sanità decentralizzata spinta crea differenze e disugualità.  In questo tutti gli attori dell’industria hanno un ruolo chiave: dobbiamo aiutare il sistema a riformarsi per ridurre la frammentazione che può essere anche un limite alla gestione di una crisi sanitaria e della salute dei cittadini più in generale. Dobbiamo sostenere un cambio generazionale importante in atto nella nostra classe medica. Alle nuove generazioni la nostra industria ha un enorme bagaglio di competenze da trasmettere, da loro ha molto da cogliere in termini di stimoli e di velocità di apprendimento e di capacità di rivoluzionare pratiche e modalità di cura. La sanità territoriale dovrà essere rinvigorita per generare maggiore efficienza in tutto il sistema sanitario pur mantenendo la sostenibilità del sistema.

Lo stop forzato a congressi e convegni ha imposto nuove regole. E’ l’inizio di una rivoluzione che coinvolgerà anche la congressistica?

Se penso ai principali congressi degli ultimi mesi interamente trasformati in eventi virtuali fatico a pensare che si tornerà del tutto a come prima.   Tutto prenderà una logica diversa. Diventerà fondamentale il ruolo della Community sempre più guidata dalla capacità dei singoli di attivare e condividere le nuove conoscenze. Dovremo ripensare completamente le nostre progettualità peer to peer, gli ECM abbattendo le distanze tra gli esperti e i clinici.

Lo smart working ha influenzato profondamente l'attività e ha creato una nuova normalità. Si tratta senza dubbio di una svolta epocale per il nostro Paese. Secondo lei sarà davvero un cambiamento nel mondo del lavoro?

Come azienda siamo arrivati preparati da diversi anni di esperienza con questa modalità di lavoro. Pur tuttavia bisogna riconoscere che questa modalità “forzata” di lavoro a distanza ha spesso messo sotto stress una serie di equilibri. Noi come azienda abbiamo accompagnato con serietà e attenzione la nostra community a interpretare sempre più correttamente questo concetto che non vuol dire lavorare ad oltranza, calpestando tutti gli altri aspetti della nostra vita. Credo che molta strada sia stata fatta in questa direzione e questo è un patrimonio enorme che ci porteremo con noi nel nostro modo di lavorare da ora in poi. Stiamo ridefinendo abitudini, quotidianità, lavoro, tempo libero. Ci stiamo riuscendo affrontando tutto questo con un gioco di squadra. 

L'informatore scientifico del farmaco avrà più difficoltà a visitare studi medici e strutture ospedaliere. Ritiene che questo problema sia temporaneo o di medio termine?

Sicuramente, come abbiamo detto per altri aspetti, quello che abbiamo attraversato ci imporrà di ottimizzare le occasioni di contatto anche attraverso l’interazione da remoto (telefonico, videoconferenza). Le competenze scientifiche delle nostre persone si arricchiranno di competenze nuove per abbracciare con successo la multicanalità digitale. Parallelamente stiamo sviluppando le prime esperienze di figure professionali, che supportano da remoto e in modo interattivo quei medici che necessitano di una modalità differente di visita. In Sanofi è stato da poco strutturato un team di informatori remoti, che attraverso un contatto telefonico e multimediale rappresentano un nuovo mezzo efficace e flessibile per raggiungere gli operatori sanitari.

Cosa vede nel futuro dell’informazione medico-scientifica? Immagina canali alternativi?

Penso a un futuro molto fluido. Dovremo avere la capacità di interpretare le esigenze di un mondo nuovo e metterci in gioco, con velocità e trasversalità. Talenti e competenze differenti al lavoro insieme e messi a fattore comune. Questo è un passaggio che talvolta è mancato. Ed è un segnale di forte cambiamento e discontinuità rispetto ad un mondo che si è modificato in poco tempo. La collaborazione trasversale sarà la chiave di accesso per costruire insieme il futuro. Ed è quanto ci sta dicendo anche Paul Hudson, il nostro nuovo CEO a livello globale, scommettendo sulla ricchezza di diversità, di competenze, di talenti.

La nostra generazione sta vivendo una crisi sanitaria senza precedenti. L’industria farmaceutica come ne uscirà e quali saranno gli scenari economici a breve e medio termine?

Dobbiamo creare alleanze con pazienti, istituzioni, opinion leader, esperti, professionisti della salute e con altre aziende pharma leader. Il valore è misurarsi con le comunità che arricchiscono la filiera della salute. All’emergenza Covid-19 abbiamo risposto con azioni concrete, tempestive, autentiche. Non abbiamo lasciato indietro nessuno, né fuori e né dentro l’azienda. Ma abbiamo anche lanciato servizi innovativi e di grande valore. Penso all’home delivery Sanofi4You per alcune categorie di malati cronici o la terapia domiciliare per i pazienti affetti da malattia rara o ancora ad alcune produzioni ripensate anche nei nostri stabilimenti. Questa pandemia mi auguro abbia ulteriormente rafforzato la comprensione del valore strategico del nostro settore, della salute come investimento, nelle istituzioni e nella classe politica. Nel lavoro sarà un cambiamento epocale. Dovremo focalizzarci molto di più verso l’esterno. Sono convinto che sarà una grande che la nostra industria saprà cogliere appieno.

Silvio Campione

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