La paziente accusava il medico di aver sottovalutato i sintomi che in ambulatorio quasi quotidianamente gli riferiva
Dopo una vicenda giudiziaria durata ben 14 anni, dei quali, 8 davanti al Tribunale di Agrigento e 6 in Corte di Appello, finalmente una donna C.C., di Favara, difesa dell’avvocato Domenico Schembri potrà percepire il risarcimento danni, perché coinvolta in un episodio di malasanità. La vicenda inizia quando, nel lontano 2006, la favarese ha citato in giudizio, dinanzi al Tribunale di Agrigento, il proprio medico di famiglia, C.A., anche lui di Favara.
La donna accusava il medico, si legge su Agrigentooggi.it, di aver sottovalutato i sintomi, che in ambulatorio la stessa quasi quotidianamente gli riferiva e, quindi, gli rimproverava una condotta professionale “negligente ed imperita”, per il fatto di non averle prescritto esami o accertamenti, ma per averla curata soltanto con blande terapie antiinfiammatorie.
Nel tempo alla stessa venne diagnosticata una neopalsia vescicale che poi, portò, ad un intervento chirurgico. Il Tribunale in prima istanza ha dato ragione alla vittima, ma il medico ha proposto appello alla Corte di Appello di Palermo. I giudici hanno accolto le tesi dell’avvocato Domenico Schembri ed ha rigettato il ricorso del medico.
Quindi, è stata definitivamente acclarata la responsabilità medica di A.C., il quale dovrà risarcire la donna mediante il pagamento di una somma di denaro, che si aggira intorno ai 150.000 euro, oltre al pagamento delle spese legali per oltre 10.000 euro.
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