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Tumore al polmone, bene test farmaci su una forma metastatica

Farmaci Redazione DottNet | 21/05/2020 16:56

Nivolumab e ipilimumab e chemio usati su tipo a piccole cellule

L'utilizzo dei farmaci nivolumab più ipilimumab, in associazione con due cicli di chemioterapia, ha mostrato un beneficio di sopravvivenza statisticamente significativo e clinicamente rilevante nel trattamento di prima linea del tumore del polmone metastatico non a piccole cellule.  Lo afferma Bristol Myers Squibb, la compagnia che lo ha messo a punto, in un comunicato.  La nota riporta i risultati dello studio di fase 3 CheckMate -9LA. Lo studio ha raggiunto sia gli endpoint primari sia gli endpoint secondari chiave, dimostrando superiore sopravvivenza globale, sopravvivenza libera da progressione e tasso di risposta globale con la associazione dei due immunoterapici con la chemioterapia rispetto alla sola chemioterapia. In una analisi ad interim di sopravvivenza globale, nivolumab più ipilimumab in associazione con due cicli di chemioterapia hanno ridotto il rischio di morte del 31% rispetto alla sola chemioterapia ad un follow-up minimo di 8,1 mesi.

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Inoltre, ad un follow-up prolungato (minimo 12,7 mesi), l'associazione ha continuato a mostrare un miglioramento duraturo della sopravvivenza globale rispetto alla sola chemioterapia. Questi risultati (Abstract #9501) saranno oggetto di una sessione orale al congresso annuale 2020 della Società Americana di Oncologia Clinica (ASCO), che si terrà in forma virtuale dal 29 al 31 maggio. "La associazione di nivolumab e ipilimumab ha mostrato di migliorare la sopravvivenza nei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule in prima linea - ha affermato Martin Reck-, e l'aggiunta di cicli limitati di chemioterapia può aiutare a contenere il rischio di progressione precoce di malattia".

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La ricerca è stata coordinata dall’Università di Padova e pubblicata su Cancer

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