Il provvedimento riguarda anche infermieri, odontoiatri e farmacisti che hanno continuato a svolgere la propria attività durante l'emergenza Covid. Anelli: mancano le altre professioni sanitarie
I 50 crediti da acquisire, per l'anno 2020, da medici, odontoiatri, infermieri e farmacisti in qualità di dipendenti delle aziende ospedaliere, delle università, delle unità sanitarie locali e delle strutture sanitarie private accreditate o come liberi professionisti, attraverso l'attività di formazione continua in medicina (ECM), che costituisce requisito indispensabile per svolgere attività professionale, come disposto dall'articolo 16-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e dalla legge 24 dicembre 2007, n. 244, si intendono già maturati da coloro che, in occasione dell'emergenza da COVID-19, abbiano continuato a svolgere la propria attività”
La proposta è confluita all’interno del maxiemendamento al Decreto Scuola, recante “misure urgenti sulla regolare conclusione e l’ordinato avvio dell’anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato” approvato giovedì 28 maggio dall’Aula del Senato che dovrà essere convertito in legge entro il 7 giugno. Il provvedimento è stato licenziato con voto di fiducia, posto dal Governo, con 148 voti favorevoli e 87 contrari.
“La 7° Commissione “Istruzione pubblica, beni culturali” del Senato ha infatti parzialmente accolto la mia proposta che prevedeva di premiare con crediti formativi chi ha continuato a lavorare in ambito medico durante nei mesi della crisi Coronavirus e permetteva l’abilitazione diretta alla professione gli iscritti all’esame di Stato per diverse categorie professionali come psicologi e farmacisti”, commenta il senatore Campari firmatario della proposta.
“Giusto prevedere come già acquisiti i 50 crediti previsti, per l’anno 2020, dal programma di Educazione Continua in Medicina, qualora i professionisti della salute abbiano portato avanti la loro attività durante l’emergenza Covid-19. È un doveroso riconoscimento per il lavoro prezioso dei medici e di tutti gli operatori sanitari che, impegnati nella lotta contro il nuovo virus, hanno fatto dell’attività professionale la loro stessa fonte di aggiornamento”.
Così il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, commenta la disposizione. “Purtroppo, probabilmente per un mero errore materiale, sono state ricomprese nel provvedimento soltanto le professioni sanitarie menzionate nella legge del 1992 che istituiva l’obbligo Ecm: medici e odontoiatri, infermieri, farmacisti, veterinari – precisa Anelli -. Oggi, tuttavia, rientrano nell’Ecm anche tutte le professioni sanitarie istituite con la Legge 3/2018: Ostetriche, Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione, Chimici, Fisici, Biologi e Psicologi”.
“Tutti i professionisti sanitari hanno contribuito all’emergenza Covid-19, in condizioni non sempre di piena sicurezza, mettendo a rischio la loro incolumità – spiega -. Lo dimostrano, purtroppo, i quasi 30mila operatori sanitari contagiati, i 165 medici, 40 infermieri, 15 farmacisti e le 2 ostetriche che hanno perso la vita per portare avanti il loro lavoro”.
“Le Ostetriche hanno continuato a far nascere bambini, e molte erano purtroppo le partorienti positive al Covid-19; I Tecnici hanno offerto la loro opera di riabilitazione, anche ai pazienti usciti dalle rianimazioni e terapie intensive; i Chimici-Fisici, i Biologi hanno portato avanti, tra l’altro, l’analisi dei campioni biologici derivanti dai tamponi e dai test sierologici; gli psicologi hanno fornito assistenza ai pazienti e agli stessi sanitari, a rischio di burnout e di disturbo da stress post-traumatico – aggiunge ancora Anelli – Escluderli da questo provvedimento sarebbe ingiusto, oltre che deleterio per l’uniformità del sistema Ecm”.
“Il nostro Servizio Sanitario Nazionale si poggia sul contributo sinergico delle diverse e peculiari competenze di tutti i professionisti della Salute, ed è necessario che tutte queste competenze siano armoniosamente e di pari passo sviluppate con la formazione e con l’aggiornamento continuo – conclude il Presidente Fnomceo-. Chiediamo perciò al Parlamento un correttivo del provvedimento, al fine di includervi tutte le professioni sanitarie”.
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