Il Presidente GISE Giuseppe Tarantini: “Con l’epidemia c’è stato un crollo degli accessi, dovuto alla paura dei cittadini, ma anche alla riorganizzazione degli ospedali. Dobbiamo ripartire dalle Regioni per offrire subito e in maniera omogenea i disp
Il Presidente GISE Giuseppe Tarantini: “Con l’epidemia c’è stato un crollo degli accessi, dovuto alla paura dei cittadini, ma anche alla riorganizzazione degli ospedali. Dobbiamo ripartire dalle Regioni per offrire subito e in maniera omogenea i dispositivi medici più innovativi"
“Dobbiamo lavorare ad una nuova fase, investendo nel recupero degli interventi salvavita, per evitare ai pazienti con gravi patologie cardiovascolari di allungare ulteriormente il tempo di attesa. Ripartiamo dal confronto con Governo e Regioni per discutere, partendo dai dati, potenziali soluzioni da offrire su tutto il territorio nazionale, ridurre le liste d’attesa e aumentare la qualità della vita delle persone”. Questo il messaggio di Giuseppe Tarantini, Presidente della Società Italiana di Cardiologia Interventistica alla vigilia del Thinkheart 2020, il convegno che il GISE (già Gruppo Italiano Studi Emodinamici) dedica ai dati di attività di cardiologia diagnostica e interventistica.
“Una nostra survey sulle 269 Emodinamiche italiane che svolgono procedure di interventistica strutturale – annuncia Tarantini - ha confermato nei mesi di marzo e aprile 2020 una netta riduzione rispetto allo stesso periodo del 2019: per la sostituzione valvolare aortica transcatetere TAVI -72%, per la clip mitralica -80%, per la chiusura auricola sinistra -91% e per quella del forame ovale pervio PFO – 97%”.
“In tempo di Covid-19 – spiega Tarantini - sono state differite le operazioni non in emergenza, comprese quelle in persone, mediamente anziane, con una malattia del cuore cosiddetta strutturale. Se tale condizione, spesso associata a una comorbidità, può comportare un rischio maggiore di esiti avversi da Covid-19, un ritardo nell'intervento strutturale al cuore può essere davvero letale. Il crollo delle procedure transcatetere è stato causato dal differimento delle procedure elettive da parte degli ospedali ma anche dal rifiuto di ricovero da parte dei pazienti, spaventati da una possibile infezione ospedaliera da Covid-19 (46,1%).
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