Per il momento infatti solo persone provenienti da 15 Paesi potranno entrare nel vecchio continente, restano fuori gli Stati Uniti alla luce del record di contagi degli ultimi giorni, e anche Russia e Brasile
L'estate è arrivata, l'industria del turismo vorrebbe rimettersi in piedi, ma la pandemia non è scomparsa magicamente come tutto il mondo vorrebbe. E gli spostamenti restano sotto osservazione, perchè il virus è in circolazione e non si può abbassare la guardia. L'Italia è uno dei Paesi che maggiormente ha sofferto e che oggi conferma la linea della prudenza. "L'auspicio è che nel giro di qualche settimana si possa andare oltre, ma per ora serve cautela", ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza riferendosi alle misure aggiuntive prese dall'Italia per chi viene da Paesi extraeuropei. "Abbiamo vissuto mesi difficili, non possiamo rimuovere le restrizioni, sarebbe sbagliato correre rischi che non ci possiamo permettere. La cautela in più è condivisa dalla comunità scientifica, e ci permette di superare queste settimane".
A supportare le parole del ministro è arrivata anche la precisazione del Comitato scientifico sull'obbligo di quarantena anche per chi, partendo da paesi extra Ue, arrivi in Italia con voli che hanno fatto scalo in area Schengen: "La possibilità di entrata dei cittadini stranieri in Italia, compresi quelli dei 14 paesi extra-Schengen della 'lista verde', viene comunque valutata in base al quadro dei loro spostamenti negli ultimi 14 giorni.
E oggi l'evidenza ci dice che gli ospedali si stanno svuotando, le terapie intensive si stanno svuotando, ci sono meno malati, i positivi si trovano grazie allo screening e i focolai sono ben controllati. Ma il virus è tra noi e dobbiamo conviverci difendendoci". E difendersi da una nuova ondata di contagi significa anche tenere sotto controllo gli arrivi da tutto il mondo, così come ben sa anche l'Europa che sull'argomento è stata impegnata la scorsa settimana in un negoziato diplomatico lungo e accidentato. Per il momento infatti solo persone provenienti da 15 Paesi potranno entrare nel vecchio continente, restano fuori gli Stati Uniti alla luce del record di contagi degli ultimi giorni, e anche Russia e Brasile. Una scelta presa dai 27 a Bruxelles che hanno approvato la riapertura delle frontiere esterne dell'Unione europea, Una volta firmata la raccomandazione, l'impegno è vincolante da un punto di vista politico. La lista potrà essere rivista ogni due settimane in base all'andamento dell'epidemia. Il parametro prevede che si possano aprire i confini con i Paesi che negli ultimi 14 giorni abbiano livelli epidemiologici simili a quelli europei. I confini aperti, a cominciare dal primo luglio, riguardano anche i residenti di quattro enclave europee: Andorra, San Marino, Vaticano e Montecarlo. Tra i Paesi inclusi c'è pure la Cina, nel caso in cui ci fosse reciprocità nei confronti dei cittadini comunitari. Gli altri ammessi sono Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova-Zelanda, Rwanda, Serbia, Corea del Sud, Thailandia, Tunisia e Uruguay.
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