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Vaccino Oxford, entro l'anno milioni di dosi

Infettivologia Redazione DottNet | 21/07/2020 19:40

Si attende la fase finale dei test: coinvolti 30/40mila soggetti

La prudenza è d'obbligo, ma se la fase 3, quella finale, della sperimentazione darà come si spera risultati positivi, entro la fine del 2020 arriveranno in distribuzione in tutto il mondo milioni di dosi del vaccino anti-Covid messo a punto dallo Jenner Institute della Oxford University con la collaborazione dell'azienda italiana Irbm di Pomezia. La previsione è del presidente di Irbm Pietro Di Lorenzo (nella foto), dopo la pubblicazione ieri su Lancet dei primi risultati positivi sul vaccino che hanno evidenziato lo sviluppo di anticorpi e di una risposta immunitaria nel 95% del campione di 1.071 soggetti della fase 1 e 2 di sperimentazione.

L'attesa è dunque ora per la fase finale dei test, dalla quale si attende una risposta validata su un campione molto più ampio: in totale saranno infatti coinvolti 30-40mila soggetti in 4 Paesi.

La fase 3, spiega Di Lorenzo, "è cominciata in Gran Bretagna ma AstraZeneca, l'azienda farmaceutica che produrrà il vaccino, ha deciso di quadruplicare lo sforzo produttivo per inviare dosi e svolgere i test di fase finale anche in Brasile, Sudafrica ed un altro paese africano. Saranno coinvolti 10mila soggetti per ogni Paese, per un totale di 40mila". E non saranno solo adulti sani, come nelle prime fasi: del campione faranno parte pure bambini, anziani e soggetti con patologie, ovvero si tratterà di un campione rappresentativo di tutta la popolazione.  I risultati di questi test sono previsti per settembre-ottobre.

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La risposta attesa dalla fase 3 di sperimentazione è relativa alla durata della riposta immunitaria - i primi risultati indicano che è confermata per due mesi dalla vaccinazione - ma anche all'assenza di effetti collaterali importanti e all'efficacia. Saranno poi gli scienziati, rileva Di Lorenzo, "a dare un'interpretazione dei risultati per capire se, a fronte di dati positivi, la durata dell'immunità possa essere proiettabile anche per un tempo più lungo rispetto a quello della sperimentazione". Ad ogni modo, precisa, "il fatto di accelerare i tempi per i test in questa fase di pandemia non significa scegliere delle scorciatoie a discapito della sicurezza: semplicemente si bruciano i tempi burocratici che sono tempi morti, ma non viene saltata alcuna fase di studio". Se tutto andrà bene, dunque, assicura, "entro dicembre c'è l'impegno per una significativa quantità di dosi e AstraZeneca sta organizzando a livello globale una produzione imponente".

Accordi per la distribuzione del vaccino sono già stati fatti con Usa, India e Gran Bretagna, ma anche con associazioni internazionali come Gavi Alliance. Inoltre, con la recente firma del contratto sottoscritto dal ministro della Salute italiano Roberto Speranza, assieme a Germania, Francia e Olanda, con AstraZeneca, vengono garantiti 400 milioni di dosi da destinare a tutta la popolazione europea. L'obiettivo è di garantire un accesso equo a tutti i Paesi. Come Irbm, sottolinea Di Lorenzo, "abbiamo collaborato alla messa a punto del vaccino in qualità di centro di ricerca, ma ci siamo messi a disposizione per produrne una quota se si renderà necessario. Abbiamo una capacità produttiva di 20 milioni di dosi l'anno". Quanto alla destinazione delle prime dosi, "penso - afferma - si darà priorità alle fasce più a rischio". 

Non solo Oxford. Sono oltre 160 i candidati vaccini inseriti nella lista dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, 23 dei quali si stanno sperimentando sull'uomo. Di questi, tre hanno raggiunto la terza e ultima fase dei test. Sono, appunto, il vaccino della Oxford University, quello dell'azienda americana Moderna (che avvierà la fase 3 a fine luglio) ed il prototipo di vaccino della cinese Sinovac. Proprio per quest'ultimo, sono iniziati oggi in Brasile i test di fase 3: circa 850 professionisti della salute, che non hanno contratto la malattia, inizieranno a ricevere il vaccino presso l'Ospedale de Clinicas dell'Università di San Paolo. Intanto, la rivista Lancet ha pubblicato ieri i primi risultati positivi per un altro vaccino cinese in fase 2 di sperimentazione, l'Ad5 della Cansino.

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