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Bene cemiplimab in monoterapia nel carcinoma basocellulare

Farmaci Redazione DottNet | 22/09/2020 13:43

Cemiplimab è il primo farmaco in sviluppo a mostrare un beneficio clinico in uno studio prospettico nel carcinoma basocellulare (BCC) avanzato in seguito alla terapia con un inibitore della via di trasduzione del segnale di hedgehog (HHI)

Sono stati presentati come late breaking, durante l’edizione virtuale 2020 del Congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO), i risultati positivi dello studio registrativo di fase 2 dell’inibitore di PD-1 cemiplimab nei pazienti con carcinoma basocellulare (BCC) localmente avanzato, la cui malattia era progredita o che risultavano intolleranti alla precedente terapia con un inibitore della via di trasduzione del segnale di hedgehog (HHI).

I dati saranno alla base del dossier che sarà sottoposto alle autorità regolatorie di diversi Paesi, tra cui Stati Uniti e Unione Europea.

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“Il carcinoma basocellulare avanzato può essere una patologia inesorabile e altamente sfigurante, e non ci sono trattamenti approvati quando il paziente progredisce dopo il trattamento con un inibitore della via di trasduzione del segnale di hedgehog o ne è intollerante,” afferma Alexander Stratigos, Professore di Dermatologia, Scuola di Medicina dell’Università di Atene presso l’Ospedale Andreas Sygros e sperimentatore nello studio. “È la prima volta che un farmaco sperimentale nell’ambito di uno studio prospettico mostra un benefico clinico in questa popolazione di pazienti, dando speranza per una forma tumorale difficile da trattare.”

In base a una revisione centralizzata indipendente, il tasso di risposta obiettiva (ORR) è stato del 31% nei pazienti trattati con cemiplimab (n=84; 95% intervallo di confidenza [CI]: 21-42%), ad una mediana di follow-up di 15 mesi (intervallo: 1-25 mesi). Questo dato include un tasso del 6% (n=5) di risposte complete e del 25% (n=21) di risposte parziali. Si tratta di un aumento rispetto all’ORR già comunicato lo scorso maggio e include due risposte che sono state confermate dopo la prima analisi dei dati. Le risposte si sono verificate indipendentemente dall’espressione al basale. di PD-L1 sulle cellule tumorali.

Al momento della raccolta per l’analisi dei dati, la mediana della durata della risposta e la mediana della sopravvivenza complessiva non erano ancora state raggiunte. A un anno, sulla base delle analisi Kaplan-Meier, l’85% delle risposte era mantenuto (95% CI; 61-95%), la probabilità di sopravvivenza libera da progressione era del 57% (95% CI: 44-67%), e la probabilità di sopravvivenza complessiva era del 92% (95% CI: 84-97%).

Non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza con cemiplimab. I più comuni eventi avversi (AEs) correlati al trattamento sono stati fatigue (25%, n=21), prurito (14%, n=12) e astenia (14%, n=12). Gli eventi avversi correlati al trattamento di grado 3 o superiore che si sono verificati in almeno 2 pazienti sono stati colite (5%, n=4), fatigue ed insufficienza surrenalica (2%, n=2 ciascuno). Quattordici pazienti (17%) hanno interrotto la terapia a causa di eventi avversi emergenti dal trattamento.

Cemiplimab è sviluppato congiuntamente da Sanofi e Regeneron in base a un accordo di collaborazione a livello globale. L’utilizzo di cemiplimab nel trattamento del BCC avanzato è attualmente in studio e la valutazione della sua sicurezza ed efficacia non è ancora stata completata da parte di alcuna autorità regolatoria.

Lo studio registrativo nel BCC

Nello studio clinico internazionale di fase 2 ancora in corso, sono state esaminate due coorti di pazienti: i pazienti con BCC localmente avanzato e i pazienti con BCC metastatico. Tutti i pazienti sono stati trattati con cemiplimab 350 mg per via endovenosa ogni tre settimane fino a un massimo di 93 settimane oppure fino a progressione di malattia. L’endpoint primario è l’ORR, e i principali endpoint secondari includono sopravvivenza complessiva, sopravvivenza libera da progressione, durata della risposta, sicurezza e tollerabilità. La durata mediana della risposta e la sopravvivenza complessiva mediana sono state stimate sulla base delle analisi Kaplan-Meier. I dati ad interim sul BCC metastatico saranno presentati ai prossimi congressi medici.

Il carcinoma basocellulare (BCC)

Il BCC è una tipologia comune di tumore cutaneo non-melanoma. Sebbene la maggior parte dei carcinomi basocellulari venga identificata precocemente e facilmente guarita con intervento chirurgico e radioterapia, una piccola percentuale può progredire verso una forma avanzata e penetrare in profondità nei tessuti circostanti (forma localmente avanzata) oppure diffondersi ad altre parti del corpo (forma metastatica). In questi casi, il BCC diventa più difficile da trattare. Ogni anno, nei soli Stati Uniti, circa 2 milioni di pazienti ricevono una diagnosi di BCC, 20.000 pazienti presentano la malattia in forma avanzata e circa 3.000 muoiono a causa di questa malattia.

Cemiplimab

Cemiplimab è un anticorpo monoclonale completamente umano indirizzato al recettore del checkpoint immunitario PD-1 sulle cellule T. Legandosi al PD-1, cemiplimab ha dimostrato di bloccare le cellule tumorali dall'uso del pathway di PD-1 per sopprimere l'attivazione delle cellule T.

Cemiplimab è la prima terapia approvata negli Stati Uniti, nell'Unione Europea e in altri Paesi per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma cutaneo a cellule squamose metastatico o localmente avanzato non candidabili ad intervento chirurgico curativo o radioterapia curativa. Negli Stati Uniti, il suo nome generico è cemiplimab-rwlc (rwlc è il suffisso conforme alla “Nonproprietary Naming of Biological Products Guidance for Industry” definita dalla Food and Drug Administration americana.

L'ampio programma di sviluppo clinico di cemiplimab è focalizzato su diversi tumori di difficile trattamento. Nei tumori cutanei, il programma comprende studi nel carcinoma cutaneo a cellule squamose come terapia adiuvante e neo-adiuvante. Sono in corso studi registrativi nel tumore del polmone non a piccole cellule e nel carcinoma della cervice, nonché studi che associano cemiplimab a terapie convenzionali oppure di nuova generazione sia nei tumori solidi che nei tumori del sangue. Questi potenziali utilizzi sono da considerarsi per il momento sperimentali dato che sicurezza ed efficacia non sono ancora state valutate da alcuna autorità regolatoria.

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