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Aifa, prescritti farmaci a 7 donne su 10 in gravidanza

Farmaci Redazione DottNet | 30/09/2020 17:04

Da eparine e antibiotici a progestinici. Percentuale inferiore in Lombardia e Veneto

Dagli ormoni agli antibiotici passando per gli antitrombotici, il 73% delle donne ha ricevuto almeno una prescrizione di farmaci durante la gravidanza e il 59% nei tre trimestri successivi al parto. Lombardia e Veneto sono le regioni con percentuali minori di prescrizioni e un po' ovunque il trend cresce con all'aumentare dell'età materna. È quanto emerge dal primo Rapporto nazionale sull'uso dei farmaci in gravidanza (clicca qui per scaricare il documento completo) realizzato Osservatorio Nazionale sull'impiego dei Medicinali (OsMed) dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).  L'uso dei farmaci in gravidanza "è molto frequente e ha registrato un incremento negli ultimi anni". Ma può avere "esiti sullo stato di salute, anche a lungo termine, sia delle donne che dei bambini". Per questo, lo studio ha analizzato attraverso i flussi informativi sanitari regionali relativi ai dati di 449.000 donne che hanno avuto un parto tra aprile 2016 e 31 marzo 2018 in 8 regioni rappresentative del territorio. Tra i farmaci più prescritti in gravidanza vi sono eparina e altri antiaggreganti piastrinici (47,9).

Seguono antibiotici per uso sistemico (33,2%), ormoni sessuali come i progestinici (20,8%), farmaci per contrastare l'acidità di stomaco (12,1%) e ormoni sintetici, come quelli per la tiroide. Mentre rispetto ai principi attivi, quelli più utilizzati in gravidanza sono l'acido folico per ridurre il rischio di difetti del tubo neurale (34,6%), il progesterone (19%), integratori di ferro contro l'anemia (18,8%) e antibiotici (11,5%). La prescrizione di antidepressivi è bassa, con una diminuzione tra il primo trimestre e quelli successivi. "I farmaci a maggior rischio di inappropriatezza prescrittiva - spiega Aifa - sono i progestinici per la prevenzione dell'aborto spontaneo e gli antibiotici, quest'ultima in parte determinata dalla profilassi antibiotica prima dell'amniocentesi, pur in assenza di raccomandazioni condivise che la sostengano". Infine, le cittadine straniere hanno registrato una prevalenza d'uso di farmaci minore rispetto alle italiane.

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Mi fa molto piacere introdurre questo Rapporto – commenta in apertura il Direttore Generale dell’AIFA Magrini - l’ultimo nuovo arrivato nella storica collana dei rapporti OsMed, l’Osservatorio AIFA sull’impiego dei medicinali che da ormai venti anni rappresenta il principale strumento di monitoraggio dei consumi e della spesa dei medicinali sul territorio nazionale. Il Rapporto sull’uso dei Farmaci in gravidanza – continua il DG – è speciale e segna una svolta nell’utilizzo dei dati, perché interroga e lega database di diversa natura sfruttando un modello virtuoso di collaborazione tra istituzioni, gruppi di lavoro e ricercatori. Un’interazione che auspico possa crescere da questa prima esperienza di successo, per favorire l’evoluzione di un modello standard che grazie all’integrazione e al rafforzamento delle banche dati nazionali e regionali possa consentire studi di esito grazie a dati incrociati e di qualità”. 

Gli obiettivi del Rapporto – ha affermato Francesco Trotta, dirigente del settore HTA ed economia del farmaco e dell’Ufficio Monitoraggio della spesa farmaceutica e rapporti con le Regioni di AIFA– sono il monitoraggio e l’analisi delle prescrizioni in gravidanza e della varietà delle pratiche prescrittive tra regioni e in sottogruppi di popolazione. Grazie al Rapporto è nata una rete tra istituzioni centrali, Regioni, accademia e clinici, una infrastruttura che è adesso a disposizione del Servizio Sanitario Nazionale. Lo studio costituisce inoltre un patrimonio informativo da utilizzare sul territorio per modificare pratiche cliniche inappropriate”.

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La ricerca è stata coordinata dall’Università di Padova e pubblicata su Cancer

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