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Rianimazioni a rischio. Anaao, assumere ora i medici

Sindacato Redazione DottNet | 02/11/2020 19:24

Urge un piano straordinario. Diffida dal sindacato contro gli spostamenti 'tappabuchi'

Con i pazienti Covid ricoverati che oggi hanno superato quota 2mila, i reparti di terapia intensiva negli ospedali italiani si avvicinano alla soglia di criticità e la disponibilità di posti letto sarà a rischio tra un mese in varie Regioni. L'allerta, anche sulla base dell'ultimo monitoraggio dell'IstItuto superiore di sanità e ministero della Salute, arriva dal premier Giuseppe Conte, mentre gli anestesisti-rianimatori denunciano che ormai i medici non bastano più a coprire i posti letto aggiuntivi in tali reparti e chiedono assunzioni subito, a partire dagli specializzandi.  Ci sono, ha spiegato Conte intervenendo alla Camera, "specifiche criticità in Regioni e province autonome. L'Rt nazionale è a 1,7 ma in alcune regioni ovviamente il dato è superiore. Esiste un'alta probabilità che 15 regioni superino le soglie critiche nelle aree delle terapie intensive e delle aree mediche nel prossimo mese".

Che la situazione sia ormai vicina al collasso lo afferma anche l'Associazione anestesisti-rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac) che, a fronte della recrudescenza della pandemia e delle carenze di medici, chiede l'immediata assunzione dei medici in formazione degli ultimi due anni e la stabilizzazione degli specialisti ancora precari. In una lettera inviata alle Aziende e agli Enti SSN, alle Regioni e per conoscenza al ministro della Salute e al presidente del Consiglio, l'Aaroi spiega che il reclutamento di medici in formazione in Anestesia e Rianimazione è "fondamentale per affrontare l'emergenza. In questo ambito, in cui la carenza è significativa e dove, per la peculiarità della disciplina, non è possibile in alcun modo ricorrere ad altre figure specialistiche, la collaborazione degli specializzandi degli ultimi due anni rappresenta una boccata di ossigeno. Altrettanto può dirsi per i Pronto Soccorso". Il punto, chiarisce il presidente Aaroi-Emac Alessandro Vergallo, è che "non abbiamo abbastanza medici rianimatori per gestire i posti aggiuntivi di terapia intensiva". Nel periodo pre-pandemico, rileva all'ANSA, "i posti delle rianimazioni erano poco più di 5.000. Attualmente abbiamo già moltissime difficoltà a gestire i 1.800 attivati in più con l'organico disponibile, non implementato come sarebbe stato necessario".

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Di certo, ha affermato, "ora la situazione è abbastanza critica in tutta Italia, mentre a Milano e Napoli è già particolarmente critica. Stiamo raddoppiando i ricoveri in Rianimazione ogni 9-10 giorni; bisogna capire se le ultime misure saranno efficaci, altrimenti ci troveremo nel giro di una decina di giorni in una situazione veramente critica". A chiedere un piano straordinario di assunzioni che attinga, con procedure accelerate, al bacino dei medici specialisti e dei medici specializzandi, ma anche dei laureati, è pure il maggiore dei sindacati dei medici ospedalieri, l'Anaao-Assomed. In una lettera aperta a governo, Regioni e cittadini, il sindacato rileva come alla carenza di personale si sommano "disorganizzazione, precariato, turni massacranti, spostamenti tappabuchi da un reparto e da un ospedale all'altro, assenze di tutele e indennità". Per questo, afferma il segretario Anaao Carlo Palermo, "abbiamo inoltrato una diffida contro lo spostamento selvaggio del personale per colmare carenze al di fuori dei requisiti di legge".

Le Rianimazioni, avverte, "saranno sature anche prima di un mese, perchè sarà esaurito il 30% di posti letto riservato ai malati Covid. Ma anche incrementare oltre tale soglia i posti letto riservati Covid porterebbe a seri problemi poichè priverebbe i malati di altre patologie di terapie intensive". Ad ogni modo, conclude, "i medici già non bastano più: per ogni 6 posti letto in terapia intensiva è necessario un anestesista per turno ed il personale che abbiamo è quello tarato sui circa 6mila posti pre-pandemia e non sul numero attualmente potenziato ad 8-9mila".

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