Ancora carenze: in Abruzzo il fabbisogno è aumentato. Richiesta alta anche in Sicilia
La carenza di bombole di ossigeno nelle farmacie già registrata una ventina di giorni fa perdura in alcune regioni, mentre in altre la situazione sta andando verso la normalizzazione. Ad averne bisogno sono i pazienti Covid in isolamento domiciliare non gravi e i dimessi stabilizzati ma ancora con polmonite. Oltre a tutti i pazienti cronici con problemi respiratori. In Abruzzo la situazione è rimasta invariata rispetto a due settimane fa: "La carenza di bombole di ossigeno è un fatto, anche perchè i pazienti Covid a domicilio sono tanti e il fabbisogno è aumentato", dice Fabrizio Zenobi presidente provinciale di Federfarma.
La situazione invece è molto migliorata in Campania dopo l'allarme del mese scorso. "La situazione resta critica ma non grave", spiega Nicola Stabile (nella foto), presidente di Promofarma, società di servizio di Federfarma nazionale. "E' anche vero che la richiesta si sta abbassando e le cose stanno andando un pochino meglio", aggiunge. La Campania è stata una delle prime regioni ad attrezzarsi, con una ordinanza del 6 novembre ha autorizzato i medici di famiglia a prescrivere i cosiddetti concentratori, ossia macchine che aumentano la concentrazione di ossigeno nell'aria da somministrare ai pazienti Covid a domicilio e le bombole di ossigeno liquido normalmente dispensato dalle Asl. Anche da Federfarma Lombardia spiegano che la distribuzione di ossigeno va molto meglio rispetto a 15 giorni fa, anche grazie all'accordo tra la Regione e le farmacie che ora possono fornire ossigeno liquido a domicilio. Dalla Basilicata raccontano che sono stati recuperati molti contenitori vuoti, restituiti da chi li aveva usati in precedenza. La richiesta di ossigeno è alta per via dell'elevato numero di pazienti Covid a domicilio. In Liguria è intervenuto anche il Nas dei carabinieri per ritirare le bombole vuote e al momento - riferisce Federfarma regionale - non ci sono grandi problemi.
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