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Gli asintomatici non sono da considerare sani: trasmettono il virus

Infettivologia Redazione DottNet | 17/12/2020 14:20

Studi suggeriscono che circa 1 su 5 tra le persone infette non avverte alcun sintomo e può trasmettere il virus

Una delle questioni più discusse relative all'emergenza Covid è quella degli asintomatici: possono essere considerati sani? La risposta è no, perché hanno contratto la malattia e possono diffondere il virus ad altri. Ad evidenziarlo è una nuova scheda su Dottoremaeveroch e, sito anti-fake news della Fnomceo, Federazione degli Ordini dei medici.    "Stabilire con precisione il numero di asintomatici - spiega la scheda - persone infette ma che non manifestano sintomi di Covid-19, è molto difficile ed è complicato anche definire le probabilità di entrarvi in contatto.

Studi suggeriscono che circa 1 su 5 tra le persone infette non avverte alcun sintomo e può trasmettere il virus. Sembra però che possa contagiare un numero significativamente inferiore di persone". Poche settimane fa è stata pubblicata dalla Association of Medical Microbiology and Infectious Disease canadese una sintesi di 13 studi che hanno coinvolto oltre 20 mila persone: il tasso di casi asintomatici era del 17%.

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Risulta inoltre che gli asintomatici hanno il 42% in meno di probabilità di trasmettere il virus. "I ricercatori -precisa ancora la scheda- non sono tutti d'accordo sul fatto che le infezioni asintomatiche agiscano o meno come 'motore silenzioso' della pandemia.  La conoscenza di questi aspetti sta aumentando ma, in attesa di saperne di più, c'è un sostanziale accordo su una cosa: 'le persone devono continuare a utilizzare misure protettive per ridurre la diffusione virale', indipendentemente dal fatto che presentino o meno i sintomi".   Girando poi la domanda, è possibile essere contagiosi senza sapere di essere malati? La risposta in questo caso e' si. "Uno studio pubblicato su Nature Medicine - conclude la scheda - ha rilevato 'la più alta carica virale nei tamponi faringei al momento della comparsa dei sintomi'suggerendo che i pazienti siano più contagiosi proprio poco prima o nel momento in cui i sintomi hanno iniziato a manifestarsi. Un altro studio, pubblicato su una rivista del gruppo editoriale The Lancet, ha messo in evidenza che la carica virale era 'più alta durante la prima settimana dopo l'insorgenza dei sintomi e successivamente è diminuita con il tempo'.

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