Dal 2013 15 mila casi, preoccupazione per fascia 20-40 anni
Quasi un italiano su dieci - il 9,2% - non ha l'immunità al morbillo e potrebbe contrarre l'infezione se incontrasse il virus. La percentuale è più alta tra i giovani adulti tra 20 e 40 anni, che costituiscono un gruppo particolarmente a rischio e contribuiscono in maniera determinante alla diffusione dei contagi. Sono i dati che emergono da uno studio coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità e dalla Fondazione Bruno Kessler pubblicato dalla rivista The Lancet Infectious Diseases. Lo studio ha analizzato i quasi 15 mila casi di morbillo (con 14 morti) che sono stati notificati al sistema nazionale di sorveglianza integrata morbillo e rosolia, tra il 2013 e il 2022. La fascia di età in cui l'incidenza dell'infezione è più alta è quella dei bambini sotto i 5 anni, ma oltre la metà dei casi ha riguardato giovani adulti, tra i 20 e i 39 anni. Circa 9 infezioni su 10 hanno riguardato persone non vaccinate. Queste ultime, inoltre, sono anche responsabili dell'88,9% dei contagi secondari (cioè quelli che seguono il cosiddetto 'caso indice' nei focolai).
Ecco le conclusioni principali:
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I risultati dello studio hanno dimostrato chiaramente che il trattamento con indometacina era associato a un significativo miglioramento dei sintomi e dei livelli di saturazione dell'ossigeno
Lo rivela uno studio pubblicato su MDPI Applied Sciences e condotto dal team di ricerca ed innovazione di ELT Group e della controllata E4Life in collaborazione con il Dipartimento Energia del Politecnico di Torino
Lo rivela un nuovo rapporto Global Antimicrobial Resistance and Use Surveillance System (Glass) dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms)
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Le indicazioni per la prossima campagna ricalcheranno quelle dello scorso autunno, quindi l'anti-Covid sarà "raccomandato" a persone di età pari o superiore a 60 anni. Dalla Florida sconsigliano i vaccini mRna
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Nello spot di Italia Longeva il rapporto speciale tra nonno e nipote per sensibilizzare sulla importanza della prevenzione vaccinale per difendersi dalle malattie più temibili nella terza età
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