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Ministero della Salute, la variante Gb è in 70 Paesi: pochi dati sulla gravità

Ministero della Salute Redazione DottNet | 01/02/2021 16:06

La variante sudafricana è in 31 Paesi, la brasiliana in 8 tra cui l'Italia. L'efficacia vaccinale sembrerebbe "limitatamente e non significativamente ridotta". Palù (Aifa), è importante monitorare l'evoluzione di tutte le varianti

 La variante inglese di SarsCov2 è attualmente la predominante nel Regno Unito. Al 25 gennaio 2021, 70 paesi hanno riportato casi importati o trasmissione comunitaria di tale variante. Lo rileva la circolare del ministero della Salute sulla diffusine delle varianti, precisando che in Gb e Irlanda del Nord la variante ha dimostrato di avere una maggiore trasmissibilità rispetto a quelle circolanti prima. Studi preliminari, inoltre, "suggeriscono una maggiore gravità della malattia, tuttavia per confermare questo dato sono necessarie ulteriori analisi".   L'efficacia vaccinale sembrerebbe "limitatamente e non significativamente ridotta". Al momento, si legge nella circolare, non ci sono evidenze di una significativa differenza nel rischio di reinfezione rispetto agli altri ceppi virali circolanti. Sono comunque in corso studi per valutare l'effetto di questa variante sull'efficacia vaccinale. E' inoltre "improbabile", si rileva, che nei test diagnostici si possa avere un risultato falso negativo per SARS-CoV-2.  La nuova circolare del ministero aggiorna la precedente circolare dell'8 gennaio 2021 'Indicazioni operative relative al rischio di diffusione di nuove varianti SARS-CoV2 in Unione europea/Spazio Economico Europeo (UE/SEE)', e fornisce aggiornamenti anche sulla valutazione del rischio e sulle misure di controllo raccomandate.

La variante cosiddetta sudafricana (501Y.V2) è stata invece identificata per la prima volta in Sud Africa nel dicembre 2020, dove è attualmente la variante più diffusa.  Alla data del 25 gennaio 2021 è stata riportata in 31 paesi, si legge nella nuova circolare del ministero della Salute.  In Sud Africa, si legge nella circolare, i casi settimanali sono aumentati dai primi di novembre, e hanno raggiunto un picco ai primi di gennaio. Nelle ultime due settimane il trend è decrescente. Al momento, "non si conosce l'impatto di questa variante sull'efficacia dei test diagnostici" e dati preliminari indicano che anche questa variante "possa essere caratterizzata da maggiore trasmissibilità, mentre al momento non è chiaro se provochi differenze nella gravità della malattia".  Sono inoltre in corso studi sulla maggiore frequenza di reinfezioni, in quanto la variante 501Y.V2 potrebbe sfuggire alla risposta anticorpale neutralizzante provocata da una precedente infezione naturale.

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La variante cosiddetta 'brasiliana' di SarsCov2 (definita P.1) è stata per la prima volta segnalata dal Giappone il 10/01/2021 in 4 viaggiatori in arrivo dal Brasile, e successivamente identificata anche in Corea del Sud in viaggiatori provenienti dal Brasile. Alla data del 25 gennaio 2021 la variante P.1 è stata segnalata in 8 paesi, compresa l'Italia, si legge nel report.  Al momento "non sono disponibili evidenze sulla gravità della malattia, sulla frequenza delle reinfezioni e sull'efficacia del vaccino".  In Brasile, si spiega, il numero di nuovi casi settimanali nelle ultime due settimane è riportato a livelli più elevati rispetto a quello da settembre a novembre 2020, e dall'inizio di novembre sono aumentati i decessi. La variante "Brasiliana" non è strettamente correlata alle varianti inglese e sudafricana ed ha 11 mutazioni della proteina spike. Non è stato riportato, precisa inoltre la circolare, alcun effetto della variante sui test diagnostici e indagini preliminari condotte a Manaus, nello Stato di Amazonas, riportano un aumento della percentuale di casi identificati come variante P.1, dal 52,2% (35/67) nel dicembre 2020 all'85,4% (41/48) nel gennaio 2021, "evidenziando la trasmissione locale in corso e suggerendo una potenziale maggiore trasmissibilità o propensione alla reinfezione".

Dal punto di vista virologico "bisogna continuare a monitorare quello che sta facendo il virus perché c'è la possibilità che alcune mutazioni del virus sfuggano al controllo degli anticorpi indotti dal vaccino. Ma per fortuna abbiamo una tecnologia così all'avanguardia e duttile che in una settimana potremmo costruire un nuovo vaccino sulla base delle informazioni virologiche", afferma Giorgio Palù, presidente dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), sottolineando che "la scienza ci offre da questo punto di vista tranquillità".   A questo scopo, ha ricordato, "in Italia è partita un'iniziativa sotto l'egida del viceministro Sileri, un network di laboratori che mette insieme tutte le competenze, sia per prevedere e prevenire l'evoluzione genetica del virus ma anche per capire cosa comporti ogni mutazione. E' importante che il nostro Paese si doti di una task force a questo scopo, come altri paesi occidentali, anche per controllare la risposta immunitaria alla vaccinazione".  Il Sars-Cov-2 muta "relativamente meno di altri" virus, ha concluso il virologo, e ha "interesse a modificarsi per adattarsi meglio alla specie di cui è diventato parassita.  Mentre se mutasse diventando più letale invece tenderebbe ad estinguersi".

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