La scoperta grazie a uno studio della Città della Salute di Torino su trenta trapiantati appena pubblicato sul Journal of Heart and Lung Transplantation
Un semplice prelievo di sangue, al posto della più complessa biopsia endomiocardica, consente di riconoscere in maniera veloce e affidabile la presenza del rigetto nei pazienti trapiantati di cuore e di avviare le terapie per combatterlo. La scoperta grazie a uno studio della Città della Salute di Torino su trenta trapiantati appena pubblicato sul Journal of Heart and Lung Transplantation, la più prestigiosa rivista scientifica internazionale di trapianto. "Il dna non si trova soltanto dentro le cellule, ma può essere presente in piccoli frammenti anche nel sangue - spiega Silvia Deaglio, genetista dell'Università di Torino e medico del Servizio di Immunogenetica e Biologia dei Trapianti dell'ospedale Molinette -.
L’analisi ha evidenziato una probabilità del 52% di arrivare al trapianto entro i sei mesi dall’iscrizione in lista, con un miglioramento del 10% circa se si confrontano i due periodi 2002-2013 e 2014-2020
Il neglect è un disturbo neuropsicologico che può insorgere in seguito a un ictus, in particolare quando viene colpito l’emisfero destro del cervello, coinvolgendo le aree parietali, temporali o frontali
Lo studio, efficace sulle cause cardiovascolari
L’intervento, realizzato su un uomo di circa 70 anni, ha previsto l’impianto della tecnologia progettata da Edwards Lifescience per migliorare la durata dell’impianto e ridurre i rischi per il paziente
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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