Ma condizionata ad un'adeguata valutazione del singolo caso da parte del cardiologo. Nuove linee guida
Via libera all'attività fisica, ma condizionata ad un'adeguata valutazione del singolo caso da parte del cardiologo, per gli oltre 100.000 pazienti affetti in Italia da cardiomiopatia ipertrofica, malattia genetica che porta ad un ingrossamento del cuore. Il sì arriva dalle nuove linee guida europee, in discussione al 'Florence International Symposium on Advances in Cardiomyopathies', organizzato dalla Fondazione Internazionale Menarini e l'Università di Firenze nel capoluogo toscano. Chi è affetto da questa malattia ha una mutazione genetica che funziona come una sorta di 'doping' naturale per il cuore, che si ingrossa. All'inizio è spesso asintomatico e anzi può consentire performance sportive d'eccellenza per alcuni anni, ma con l'andare del tempo diventa più fragile perché si può sfiancare: per questo l'esercizio fisico era stato finora sconsigliato a questi pazienti. "Finora si raccomandava ai pazienti di non praticare sport - spiegano Franco Cecchi dell'Istituto Auxologico di Milano e Iacopo Olivotto, dell'Università di Firenze - temendo un maggior rischio di aritmie e morte cardiaca improvvisa.
Una over-50 su 2 soffre di insufficienza venosa. I consigli dei flebologi
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Silvestrini: "Se in passato si trattava di una patologia che colpiva principalmente i più anziani, oggi, complici gli stili di vita scorretti, l'età media si è abbassata"
Lo evidenzia lo studio danese DanGer Shock, pubblicato sul New England Journal of Medicine e presentato in occasione del 75/mo congresso dell'American College of Cardiology ad Atlanta (Usa)
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