Lo sancisce la Sezione L Civile della Corte di Cassazione nella sentenza n. 17997 del 23 giugno 2021
Se il pensionato deceduto aveva dolosamente omesso di comunicare all’Inps (o ad un altro istituto previdenziale) fatti e circostanze che hanno avuto rilevanza ai fini della determinazione del diritto o della misura della sua pensione (o peggio ancora aveva falsificato documenti importanti in tal senso) anche i suoi superstiti sono tenuti, in proporzione alla loro quota di pensione di reversibilità, alla restituzione dell’indebito che si è determinato.
Questo il principio espresso dalla Sezione L Civile della Corte di Cassazione nella sentenza n. 17997 del 23 giugno 2021, che peraltro riprende una serie di decisioni precedenti, costituendo quindi un orientamento consolidato.
Il coniuge superstite non aveva rinunciato all’eredità e non erano applicabili né la sanatoria di cui all’art. 1, commi 260, 261 della legge 662/1996 (che riguarda gli indebiti formatisi prima del 1996), né il condono di cui all’art. 38 della legge 448/2001 (relativa agli indebiti fino al 2000), perché i fatti risalivano ad un periodo successivo. Pertanto, l’Inps aveva avviato l’azione di ripetizione sulla pensione di reversibilità del coniuge del defunto, che aveva impugnato il provvedimento dell’Istituto. In effetti, principio generale di diritto è che la pensione di reversibilità non sia giuridicamente collegata con la posizione del dante causa, costituendo un trattamento completamente nuovo riconosciuto al superstite jure proprio. E su questa posizione in effetti si erano attestati i giudici di merito, di entrambi i gradi di giudizio, che avevano respinto le richieste dell’Inps.
La Cassazione ha invece confermato la legittimità dell’operato dell’Istituto, ribadendo che la ripetibilità dell’indebito nei confronti degli eredi del pensionato non sia altra cosa dal dolo che tale ripetibilità consente anche nei confronti del pensionato medesimo, dovendo anche in tali casi trovare applicazione il principio generale di settore, secondo cui è equiparata al dolo l’inosservanza di obblighi di comunicazione prescritti da specifiche norme di legge, di fatti e di circostanze incidenti sul diritto o sulla misura della pensione che non siano conosciuti dall’ente competente (Cass. 25 gennaio 2018, n. 1919 ed altre conformi).
Importante l’aspetto della conoscenza o della conoscibilità da parte dell’Ente erogatore delle circostanze che hanno determinato l’indebito: in questi casi, infatti, l’omissione del pensionato non è ritenuta determinante per l’indebito e non può quindi essergli addebitata. La fattispecie in esame è rilevante anche per l’Enpam: si pensi ad esempio ad una pensione calcolata anche sulla base di contributi in contestazione fra la Asl ed il medico in convenzione, che rischiano di essere recuperati dall’Azienda. La riduzione dell’importo corrisposto, in questo caso, e l’indebito che si crea, alla luce di questo principio determina un indebito recuperabile non solo sull’interessato, ma anche sui suoi superstiti. Di altra natura, ma sempre rientranti in questo ambito, sono pure i recuperi degli importi di pensione erogati e non dovuti, dopo il decesso dei beneficiari, che vengono effettuati dalla Fondazione sulle pensioni indirette e di reversibilità dei coniugi superstiti.
Nel caso dell’Enpam, può trattarsi di pensioni corrisposte a beneficiari nel frattempo deceduti, oppure di pensioni liquidate a medici che, dopo aver richiesto il trattamento, hanno deciso di rimanere in servizio
La proroga è stata stabilita in seguito a una norma statale, che ha spostato al 21 luglio (ed eventualmente al 20 agosto) la scadenza per pagare alcune imposte
L’Istituto provvederà a effettuare nei tempi previsti le operazioni di conguaglio derivanti dal risultato contabile delle dichiarazioni dei redditi
Sancita l’illegittimità di una parte della Riforma Dini, accogliendo un ricorso della Corte di Cassazione in tema di assegno ordinario di invalidità
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
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