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Anaao: le colpe delle Regioni per la fuga dagli ospedali. Stabilizzare i 53mila medici reclutati per il Covid

Sindacato Redazione DottNet | 20/10/2021 19:41

Scotti (Fimmg): "Imperativo impiegare le risorse del Fondo sanitario per valorizzare la medicina generale tramite il modello della convenzione". Oliveti (Enpam): "Si apra la stagione dei rinnovi contrattuali con una nuova convenzione per gli Mmg"

Stabilizzare i 53 mila tra medici, infermieri e operatori sanitari reclutati in emergenza per colmare le carenze di personale e adeguare le dotazioni organiche alle esigenze del Pnrr. Lo chiedono la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) e le federazioni dei tecnici di laboratorio, biologi, ostetriche, psicologi, veterinari. "Bisogna avviare subito un confronto con il governo, non solo per il passaggio di questi precari al contratto stabile ma anche per togliere il blocco del fondo per il personale", ha detto Filippo Anelli, presidente Fnomceo, nel corso della conferenza stampa per presentare la proposta.   Per il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore "la richiesta di assumere i 53mila precari è una domanda di futuro. Qualsiasi progetto per la sanità di domani, infatti, non può che passare attraverso l'investimento in risorse umane. Ancora di più dopo l'esperienza della pandemia che se da un lato ha evidenziato le fragilità del sistema, dall'altro ha dimostrato come il servizio sanitario nazionale sia un valore irrinunciabile". Dall'inizio dell'emergenza Covid sono stati reclutati con modalità straordinarie 66.029 precari, utilizzati per rispondere alla crisi sanitaria in attività come l'assistenza ospedaliera, il contact tracing, l'incremento del numero di tamponi e la campagna di vaccinazione. Del personale fanno parte 20.064 medici, 23.233 infermieri e 22.732 tra operatori sociosanitari, tecnici di radiologia, di laboratorio, assistenti sanitari, biologi. Dalla platea complessiva di 66.029 precari - spiega Migliore - vanno sottratti i medici abilitati non specializzati, gli specializzandi iscritti al quarto e quinto anno e il personale collocato in quiescenza ma richiamato con incarichi di lavoro autonomo. Quindi il numero di precari interessati dalla procedura di stabilizzazione è di 53.677.

Intanto il Consiglio dei ministri ha approvato il “Documento programmatico di bilancio per il 2022”, che illustra le principali linee di intervento che verranno declinate nel disegno di legge di bilancio e gli effetti sui principali indicatori macroeconomici e di finanza pubblica. Il documento, in via di trasmissione alle autorità europee ed al Parlamento italiano, prende come riferimento il quadro programmatico definito nella Nota di Aggiornamento al Documento di Economia Finanza 2021 e quantifica le misure inserite nella manovra di bilancio. La manovra di bilancio ha l’obiettivo di sostenere l’economia nella fase di uscita dalla pandemia e rafforzare il tasso di crescita nel medio termine. Si mira inoltre a ridurre il carico fiscale per famiglie e imprese. Il Fondo Sanitario Nazionale viene incrementato, rispetto al 2021, di 2 miliardi in ciascun anno fino al 2024. Nuove risorse sono destinate al fondo per i farmaci innovativi e alla spesa per i vaccini e farmaci per arginare la pandemia COVID-19.

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L’incremento di due miliardi all’anno, dal 2022 al 2024, del Fondo Sanitario Nazionale, una grande vittoria per il Ministro della salute Roberto Speranza, rappresenta per l’Anaao Assomed un obiettivo fondamentale per la sopravvivenza del SSN. Dopo le risorse in conto capitale di circa 20 miliardi del PNRR, destinate all’ammodernamento delle strutture, al rinnovo delle tecnologie diagnostiche "pesanti" e all’evoluzione digitale, l’incremento della spesa corrente permette di affrontare quella pericolosa carenza di personale specialistico in tutte le discipline di tutti gli ospedali che l’Anaao Assomed denuncia da anni.

Gli ospedali e i servizi territoriali del SSN necessitano di buona occupazione, vale a dire di personale a tempo indeterminato, per garantire il diritto alla salute dei cittadini. Eppure, da troppo tempo osserviamo medici e professionisti assunti con contratti precari, pensionati richiamati come "riservisti", altri presi in affitto come un bilocale da nuove cooperative, neo-laureati proiettati in prima linea con palesi violazioni normative. Mentre continua la fuga dai pronto soccorso, dai concorsi banditi e dai contratti di formazione specialistica dedicati.

Un caos – denuncia l’Anaao Assomed - frutto dell’organizzazione creativa delle Regioni nel tentativo affannoso di nascondere il fallimento politico, condiviso con i passati Governi, nella programmazione del fabbisogno di specialisti, che ora si proietta sulla tutela della salute dei loro cittadini con il rischio di dovere esporre sulla porta degli ospedali il cartello "chiuso per mancanza di personale". Siamo nella parte alta della curva "pensionistica" dei medici e dirigenti sanitari del SSN e, verosimilmente, neanche la stabilizzazione di tutto il personale assunto durante l’emergenza epidemica basterà a sanare le carenze, tanto più che si tratta di lavoro non aggiuntivo.

L’aumento del numero dei contratti di formazione specialistica, circa 30.000 negli ultimi due anni, ulteriore importante obiettivo raggiunto dal Ministro Speranza, produrrà risultati solo nel 2025 -2026, per cui - propone l’Anaao - la via di uscita dallo stallo è una sola: assumere i medici specializzandi, nel tratto finale del loro percorso specialistico, anticipando la loro età di ingresso nel mondo del lavoro con benefici economici, previdenziali e di tutele contrattuali attraverso uno specifico contratto, prima a tempo determinato e poi indeterminato. Si tratta di andare a un accordo, se non a uno scontro, con l’Università, che non può continuare a sentirsi altro rispetto all’interesse nazionale, per un patto, anche transitorio, che salvi dal precipizio la più grande infrastruttura del Paese, cui la Costituzione affida la tutela di un diritto fondamentale.

Al CCNL, poi, tocca migliorare livelli retributivi ormai incompatibili con le condizioni di un lavoro oltremodo gravoso e rischioso, rendendolo di nuovo appetibile e dimostrando che soffrire sul lavoro non è un destino e che è possibile, soprattutto per le donne, ormai maggioranza, recuperare tempo per la vita. Aprire subito il CCNL 2019-2021, superando le pastoie del comma 687 della Legge di Bilancio 2019, e chiuderlo rapidamente, significa rinunciare alle tattiche dilatorie, agli incontri con il contagocce, alla avarizia delle risorse.

La crisi della sanità pubblica è strutturale. A dispetto delle risorse economiche disponibili. Occorre urgentemente trovare soluzione alla criticità maggiore, rappresentata dalla carenza del capitale umano, certo non meno importante di quello economico. A partire dalla Legge di Bilancio in preparazione, il ricordo degli angeli e degli eroi, e di quel SSN diventato, nella pandemia, il bene pubblico più prezioso, deve essere la stella polare.

Fimmg

«Il documento programmatico di bilancio conferma gli impegni assunti dal ministro Roberto Speranza in tutte le sue dichiarazioni pubbliche dell’ultimo periodo. Un lavoro portato avanti con serietà, ascoltando anche le istanze della medicina generale e nella consapevolezza di dover operare, a partire dall’emergenza pandemica, un deciso cambio di rotta». Silvestro Scotti, segretario generale FIMMG, commenta con favore i contenuti delle decisioni assunte ieri dal Consiglio dei Ministri. 

Un risultato importante, che è frutto del lavoro incisivo svolto dal titolare del dicastero della Salute e che riporta il Fondo sanitario nazionale dai circa 114 miliardi di euro degli scorsi anni, agli attuali 122. Con l’impegno ulteriore ad accrescere il fondo di 2 miliardi nel 2022, di 4 nel 2023 e di 6 nel 2024. Arrivando così a 128 miliardi. «Va dato atto al ministro Speranza - prosegue Scotti - di aver tenuto fede all’impegno per un finanziamento della sanità che sempre più ci avvicina, in termini di spesa in relazione al PIL, agli altri Paesi europei. Mantenendo la promessa fatta nel pieno della prima ondata del Covid di voler fare in modo che la funzione del Servizio sanitario nazionale resti centrale nella politica del Paese; soprattutto in considerazione di un’Italia che deve fare i conti con una popolazione sempre più anziana, e che quindi ha bisogno di un Servizio sanitario pubblico efficiente e in grado di gestire al meglio le cronicità». 

Altrettanto forte e deciso è però il richiamo del segretario generale FIMMG a un corretto impiego di queste risorse che: «devono servire anche a rivalutare sotto il profilo economico i contratti di tutti gli operatori sanitari; in particolar modo - dice Scotti - dei medici di medicina generale. E’ imperativo chiudere in brevissimo tempo la discussione ormai anacronistica sul contratto 2016/2018, così da cominciare finalmente a parlare di quello successivo in un’ottica di coerenza con il PNRR». Centrale, nell’ottica della FIMMG, è un investimento nella Manovra finalizzato a garantire ai cittadini un medico di medicina generale retribuito in buona parte con quota variabile legata ai risultati di salute dei propri pazienti e al coordinamento con le altre professioni; dall’altro, la possibilità di assicurare al Servizio sanitario nazionale le esigibilità degli strumenti per rispondere a compiti che sono essenziali per il funzionamento dei nuovi modelli organizzativi. «Raggiungere questi obiettivi è determinante, e lo si deve fare - avverte Scotti - usando lo strumento della Convenzione, senza andare ad 'inventare' strumenti nuovi che formalmente possono apparire più semplici, ma che in realtà sono fallimentari e nascondono enormi insidie».

Enpam

"Diamo atto con soddisfazione al ministro della Salute Roberto Speranza di aver dotato strutturalmente il Servizio sanitario nazionale di un finanziamento che torna ad essere su livelli europei".  Questo il primo commento di Alberto Oliveti, presidente dell’Enpam, l’Ente previdenziale di medici e odontoiatri, riguardo l’impegno assunto dal governo nel Documento programmatico di bilancio, a portare il Fondo sanitario nazionale dagli attuali 122 miliardi di dotazione strutturale a 128 miliardi nel 2024. "Con questo intervento, che si aggiunge al Pnrr che agisce sulle strutture, oggi abbiamo la possibilità di coprire i costi causati dalla pandemia, e soprattutto, di investire nel personale sanitario per colmare le disuguaglianze – ha proseguito Oliveti –. Credo che per puntare a questo obiettivo ci sia bisogno di declinare una nuova sanità, fatta di lavoro integrato, supportato tecnologicamente e professionalmente, che preveda una distribuzione territoriale capillare, sempre nel pieno rispetto del rapporto fiduciario con il cittadino. Ora – conclude Oliveti – si apra la stagione dei rinnovi contrattuali, con l’auspicio innanzitutto che venga elaborata al più presto una nuova Convenzione per i medici di medicina generale, che faccia da stralcio a tutti gli spezzoni precedenti, e che investa davvero sull’assistenza primaria".

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