Il software è stato prodotto e sviluppato dal team di esperti diretto dalla professoressa Giulia Chiesa, docente del dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell'Università Statale di Milano
Arriva “reString”, un software gratuito ed open source realizzato dai ricercatori del laboratorio di Farmacologia sperimentale e Biologia integrata dell'Aterosclerosi dell'Università Statale di Milano. L’innovativo strumento, come si legge in un comunicato apparso sul sito dell’ateneo lombardo, permetterà “anche ai ricercatori senza esperienza nella bioinformatica di realizzare complesse analisi sul genoma o sulle proteine”.
Il software tutto italiano, prodotto e sviluppato dal team di esperti diretto dalla professoressa Giulia Chiesa, docente del dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari, è stato descritto in un articolo scientifico pubblicato sulla rivista “Scientific Reports”. “Il nostro software è in grado di recuperare in modo automatico informazioni e dati utili da enormi banche dati online, in base ai risultati che si stanno ottenendo in laboratorio.
Dunque sarà possibile evitare di effettuare una complessa ricerca manuale, con il rischio di sbagliare, ed in pochi minuti di analizzare e di riassumere le informazioni, mostrando, ad esempio, “come viene attivata la risposta del sistema immunitario, come si comporta il metabolismo e con quali tempistiche, in base alle diverse condizioni sperimentali”, spiega la nota dell’Università di Milano. Il codice del software, come confermato in conclusione da Manzini, “è aperto e liberamente disponibile a tutti, e funziona sulla maggior parte dei sistemi operativi: i ricercatori con competenze bioinformatiche potranno quindi estenderlo a piacimento e adattarlo alle loro necessità”. Grazie a “reString”, in definitiva, “tutti i ricercatori potranno gestire delle complesse analisi in pochi click, aumentando la loro produttività e arrivando a dei risultati che avrebbero richiesto molto tempo: risultati che, nel peggiore dei casi, sarebbero potuti rimanere sepolti sotto una mole di dati”, ha riferito ancora il ricercatore.
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