
E' il risultato di uno studio UniTrieste e ICGEB pubblicato da Nature Communications
Un farmaco biologico, un anticorpo monoclonale capace di bloccare la fibrosi e proteggere il muscolo cardiaco dopo un infarto del miocardio. E' il frutto di una ricerca guidata da Serena Zacchigna, docente di Biologia Molecolare all'Università degli Studi di Trieste e responsabile del laboratorio di Biologia Cardiovascolare dell'International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB) di Trieste, e che rappresenta un punto di svolta nel settore delle terapie innovative in ambito cardiovascolare. La ricerca, cui ha collaborato l'Università di Zagabria (Croazia), è stata pubblicata da Nature Communications precisando che lo studio ha dimostrato che l'anticorpo ha un effetto benefico attraverso un doppio meccanismo: riduce la deposizione di tessuto fibroso che limita la funzione di pompa del cuore e promuove la sopravvivenza delle cellule muscolari cardiache.
I risultati dello studio hanno dimostrato chiaramente che il trattamento con indometacina era associato a un significativo miglioramento dei sintomi e dei livelli di saturazione dell'ossigeno
Firmato accordo Società Farmacologia e EGUALIA per la formazione
Invece dell'iniezione: allergologi, tanti vantaggi per pazienti
Il focus della ricerca è l’impiego di terapie geniche innovative basate su DNA e RNA progettate per agire direttamente sulla proteina responsabile della patologia
Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi
Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi
Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project
La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti
Commenti