Il capoluogo piemontese è il primo a partire con lo sciopero delle farmacie speciali (ex municipalizzate) indetto dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs
Torino è la prima città a partire - nell'ambito della proclamazione nazionale - con lo sciopero delle farmacie speciali (ex municipalizzate) indetto dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, a sostegno della trattativa per il rinnovo del Ccnl Assofarm, fermo da sette anni. La mobilitazione interessa circa 450 addetti delle 69 farmacie di Torino e cintura. Alla base della protesta l'indisponibilità dell'Associazione datoriale a definire un impianto normativo ed economico adeguato alle professionalità del comparto, che tanto ha dato nel corso della pandemia, anche a fronte delle modifiche legislative intervenute che hanno cambiato in maniera sostanziale il lavoro del farmacista. Sull'una tantum per i sette anni nei quali il contratto aspetta di essere rinnovato, non ci sono ancora state chiare aperture.
L'amministrazione comunale torinese si impegna "a valutare la maniera migliore per favorire un dialogo e un confronto più produttivi e più efficaci tra le parti in causa", assicurano intanto le assessore comunali alle Partecipate e al Lavoro, Gabriella Nardelli e Gianna Pentenero, che questa mattina hanno ricevuto i rappresentanti di tutte le sigle sindacali delle farmacie comunali di Torino e Venaria. Già il 7 marzo scorso, il Consiglio comunale aveva approvato una mozione che impegnava la Giunta a intervenire sia presso Assofarm che in Anci nazionale per sollecitare la conclusione delle trattative sindacali e "arrivare alla sigla di un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dignitoso per il settore delle Farmacie comunali".
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