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CCNL Farmacisti. La Federazione degli Ordini auspica la ripresa immediata del dialogo per il rinnovo del contratto

Farmacia Redazione DottNet | 18/05/2025 20:04

I farmacisti umbri scendono in piazza: “Aumentano doveri e responsabilità, non i salari”

La Federazione degli Ordini dei Farmacisti, nel ribadire che, ai sensi della normativa vigente, non è parte nella trattativa sindacale né ha alcuna competenza al riguardo, non può che auspicare la ripresa immediata del dialogo per la definizione, in tempi brevi, di un nuovo contratto collettivo di lavoro delle farmacie private, atteso da tanti colleghi, in una prospettiva equa, dignitosa e sostenibile. In questi anni, la Federazione si è impegnata a valorizzare e a far riconoscere le nuove funzioni professionali del farmacista, portando a termine quel percorso annunciato nel 2005 che ha radicalmente cambiato l’attività lavorativa del professionista. Queste funzioni, oggi, sono presenti nella nostra formazione universitaria e parte sostanziale del nostro bagaglio professionale di cui si deve tener conto. Riguardo alla questione della collocazione del contratto nell’ambito del comparto sanitario o meno, si tratta di un aspetto che attiene esclusivamente ad una scelta dei sindacati dei lavoratori e dei datori di lavoro.

La Federazione e gli Ordini territoriali sono la casa di tutti i farmacisti in qualunque ambito svolgano la professione e sulla base della legge sono enti pubblici sussidiari dello Stato che non svolgono in alcun modo ruoli di rappresentanza sindacale.

Intanto venerdì scorso un nutrito e combattivo gruppo di lavoratori delle farmacie private, con tanto di camice bianco, cartelli di protesta e bandiere, organizzati dalla Filcams Cgil di Perugia e Terni, hanno effettuato un presidio davanti alla sede di Federfarma Umbria, a Perugia, per chiedere un maggiore riconoscimento professionale e condizioni retributive più adeguate. In rappresentanza dei circa 1.400 professionisti che operano in Umbria, sono stati circa cinquanta i farmacisti dipendenti riunitisi in presidio per denunciare le loro “poco dignitose” condizioni di lavoro. Presenti anche i segretari generali della Filcams Cgil Perugia, Massimiliano Cofani, e della Filcams Cgil Terni, Rosita Petrucci.

"La mobilitazione – hanno spiegato Cofani e Petrucci, ringraziando i farmacisti per la loro massiccia adesione – nasce in risposta alla proposta avanzata da Federfarma, durante le trattative per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale, che prevede un aumento salariale di soli 120 euro lordi in tre anni. Proposta che noi riteniamo irricevibile e che non tiene conto della professionalità e dell’impegno quotidiano di migliaia di farmacisti che operano nel settore privato e che già oggi ricevono retribuzioni inadeguate. Rivendichiamo un rinnovo contrattuale che riconosca la dignità del lavoro e valorizzi la figura del farmacista sia dal punto di vista economico che normativo”. “Siamo qui – ha raccontato Michela, una delle farmaciste che hanno partecipato al presidio – perché amiamo il nostro lavoro e vorremmo che fosse adeguatamente riconoscimento. Oggi abbiamo maggiori mansioni e maggiore responsabilità, non solo civile ma anche penale, per appena 9,60 euro netti all’ora.

E se la parte economica è importante, visto l’attuale caro vita, vorremmo però anche una maggiore valorizzazione della nostra professionalità e condizioni di lavoro più dignitose. Tra notturni e festivi, non adeguatamente retribuiti, la qualità di vita di un farmacista è oggi molto limitata”. “Fino a qualche anno fa – hanno ricordato anche i segretari di Filcams Cofani e Petrucci –, la professione del farmacista era ancora molto stimata e riconosciuta, mentre oggi i lavoratori delle farmacie guadagnano appena 1.500/1.600 euro al mese, nonostante gli anni di studi e specializzazioni fatti nel loro percorso formativo. E questo anche alla luce di un continuo aumento del carico di lavoro, con le farmacie aperte 24 ore su 24, anche nei giorni festivi e senza nessun limite.

Il nuovo contratto deve dare risposte importanti in questo senso perché la professione sta perdendo di appetibilità. Le facoltà di farmacia sono sempre più vuote perché la professione non attira più e i farmacisti professionisti preferiscono andare a insegnare piuttosto che stare in farmacia, visti gli orari impossibili, le paghe basse e l’aumento del lavoro all’interno delle stesse. Essendo le farmacie sempre più presidio sanitario e avendo introdotto nuovi servizi, sono aumentate in maniera esponenziale anche le mansioni dei lavoratori, spesso non tutelate e non riconosciute economicamente”. ’iniziativa del 16 maggio è stato solo il primo passo di una mobilitazione che, spiegano dal sindacato, “proseguirà se non ci saranno proposte di aumento salariale basate sul principio del recupero del potere di acquisto, perso nel corso degli anni”.

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