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Quarta dose di vaccino e over 60: il rischio morte crolla del 74 per cento

Infettivologia Redazione DottNet | 15/04/2022 20:59

Il dato della ricerca israeliana si riferisce al mese successivo alla somministrazione. L'analisi è stata effettuata su 180mila persone. Ma la quarta dose per ora è un flop

Negli ultrasessantenni , la quarta dose di vaccino contro il Covid-19 riduce dal 62 al 74% il rischio di forme severe di Covid, ricovero e morte nel mese successivo alla somministrazione.  È il dato che emerge da un'analisi condotta in Israele e pubblicata sul New England Journal of Medicine. Lo studio ha preso in considerazione 182.122 persone con più di 60 anni seguiti dal Clalit Health Services (CHS), un network sanitario privato israeliano. La metà si era sottoposto alla quarta dose tra gennaio e febbraio, l'altra metà era vaccinata solo con tre dosi da almeno quattro mesi. Nei vaccinati con quarta dose, nel periodo tra il settimo e il trentesimo giorno dopo la vaccinazione, è stata osservata una riduzione in tutti gli indicatori di rischio: in media, -45% nel rischio di infezione, -55% nel rischio di Covid sintomatico, -62% di forme gravi, -68% di ricovero e -74% di morte.

Nello studio, avvertono i ricercatori, "il follow-up è stato breve e perciò non siamo in grado di valutare gli effetti a lungo termine, compresa la possibile perdita di efficacia del vaccino". Tuttavia, "i risultati del nostro studio nel mondo reale suggeriscono che la quarta dose di vaccino è, almeno inizialmente, efficace contro la variante Omicron".

Intanto i cittadini over 80 e soggetti super fragili per il momento, stanno declinando l’invito. In un mese e mezzo sono state somministrate infatti soltanto 71 mila dosi.  Un vero e proprio flop, come ha sottolineato Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe, la fondazione che fornisce al governo italiano dati e strategie in merito alla pandemia. Si tratta di un esito «alimentato dal senso di diffidenza per il nuovo richiamo». Per questo motivo la seconda dose booster «non può essere affidata esclusivamente all’adesione volontaria, ma richiede strategie di chiamata attiva», ha affermato Cartabellotta, lasciando intendere l’apertura verso forme di obbligo vaccinale per aumentare le somministrazioni. Per il momento, dall’esito della campagna di vaccinazione emerge chiara la reticenza dei cittadini a sottoporsi a un nuovo ciclo vaccinale. Una realtà che percorre il Paese da nord a sud. In Campania, dove si è scelto di non ricorrere alle prenotazioni, si sono presentate la miseria 164 persone su una platea di 300.000 soggetti vaccinabili. In Lombardia, le prenotazioni ammontano a circa 11.000 persone, su un totale di 830.000 interessati. Numeri leggermente migliori, certo, ma pur sempre meno di un cittadino su 80.

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