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I risultati degli Studi di Fase III DELIVER e DAPA-HF mostrano l’efficacia di dapagliflozin nello scompenso cardiaco

Farmaci Redazione DottNet | 11/05/2022 16:06

Dapagliflozin raggiunge l’endpoint composito primario nello Studio di Fase III DELIVER dimostrando una riduzione del rischio di morte cardiovascolare o un peggioramento dello scompenso cardiaco

I risultati dello Studio di Fase III DELIVER hanno mostrato come dapagliflozin abbia raggiunto una riduzione statisticamente e clinicamente significativa dell’endpoint composito primario determinato da morte cardiovascolare (CV) o peggioramento dello scompenso cardiaco (HF). Lo studio è stato condotto su pazienti affetti da scompenso cardiaco con frazione di eiezione lievemente ridotta o preservata, definita come frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) superiore al 40%.

Lo scompenso cardiaco è una patologia cronica, che peggiora nel tempo1. Colpisce circa 64 milioni di persone in tutto il mondo2 ed è associata a morbidità e mortalità significative3.

Ci sono diverse categorie di scompenso cardiaco che vengono distinte in base alla frazione di eiezione del ventricolo sinistro (LVEF), cioè la misurazione della percentuale del sangue che fuoriesce dal cuore ogni volta che si contrae. Tra queste ritroviamo: HF con ridotta frazione di eiezione (HFrEF) (LVEF minore o uguale al 40%), HF con frazione di eiezione lievemente ridotta (HFmrEF) (LVEF 41-49%) ed HF con frazione di eiezione preservata (HFpEF) (LVEF maggiore o uguale al 50%)4. Circa la metà di tutti i pazienti affetti da scompenso cardiaco presentano una frazione di eiezione lievemente ridotta o preservata per le quali sono disponibili limitate opzioni terapeutiche4,5. 

Il Prof. Michele Senni, Direttore della Cardiologia 1 e del Dipartimento Cardiovascolare dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e Professore di Cardiologia presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, ha dichiarato: "E’ una splendida notizia che lo studio DELIVER abbia raggiunto l'endpoint primario di mortalità cardiovascolare, ospedalizzazione o visita urgente per scompenso cardiaco in questa popolazione di pazienti, che ad oggi rappresenta il più importante bisogno clinico insoddisfatto nell'ambito della medicina cardiovascolare con poche opzioni di trattamento. DELIVER è lo studio più ampio mai condotto fino ad oggi sullo scompenso cardiaco con frazione di eiezione lievemente ridotta o preservata. I risultati di questo studio estendono i benefici di dapagliflozin all'intero spettro di pazienti con scompenso cardiaco sottolineando l'ampiezza di efficacia della molecola e il suo potenziale impatto complessivo nella pratica clinica".   Lo Studio di Fase III DELIVER ha confermato il già noto profilo di sicurezza e tollerabilità di dapagliflozin. I risultati completi dello Studio di Fase III DELIVER saranno presentati prossimamente nel corso di un congresso scientifico internazionale e, nei prossimi mesi, è prevista una discussione con le autorità competenti a livello globale in merito alla regolamentazione del farmaco per questa indicazione.

 Informazioni sullo Studio DELIVER

Lo Studio DELIVER è uno Studio di Fase III internazionale event-driven, a gruppi paralleli, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, disegnato per valutare l’efficacia di dapagliflozin, rispetto al placebo, nel trattamento dei pazienti affetti da scompenso cardiaco con LVEF maggiore del 40% indipendentemente dalla presenza di diabete di tipo 2. Dapagliflozin è stato somministrato una volta al giorno in aggiunta alla terapia di base (la terapia standard a livello locale per tutte le comorbidità incluse diabete e ipertensione, con l’eccezione dell’uso concomitante di un inibitore del co-trasportatore di sodio e glucosio di tipo 2)9. Con 6263 pazienti arruolati, DELIVER è il più grande studio condotto su pazienti con HF con LVEF superiore al 40%9,10.  L’endpoint composito primario è stato definito come il tempo di comparsa del primo evento di morte cardiovascolare, ospedalizzazione per HF (hHF) o necessità di visita urgente per scompenso cardiaco. L’endpoint composito secondario includeva il numero complessivo di eventi di HF (hHF o visita urgente per scompenso cardiaco) e morte cardiovascolare, il cambiamento rispetto al basale nel punteggio del Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire -Total Symptoms Score (KCCQ-TSS) a otto mesi, il tempo di comparsa di un evento di morte cardiovascolare e il tempo di comparsa di un evento di morte per tutte le cause9. 

Informazioni su dapagliflozin

Dapagliflozin è un farmaco appartenente alla classe degli inibitori selettivi del co-trasportatore renale di sodio e glucosio (SGLT2), e richiede una mono somministrazione giornaliera orale. La ricerca ha mostrato l’efficacia di Dapagliflozin nel prevenire e ritardare la malattia cardiorenale, proteggendo allo stesso tempo questi stessi organi – un risultato importante date le interconnessioni esistenti tra cuore, reni e pancreas11-13. Una patologia a carico di uno di questi organi può causare un danno per gli altri apparati, contribuendo allo sviluppo di alcune tra le principali cause di morte a livello globale come ad esempio il Diabete Mellito di tipo 2 (T2D), lo scompenso cardiaco (HF) e la malattia renale cronica (CKD)2,14-16. In Europa, dapagliflozin è indicato in pazienti adulti e bambini dai 10 anni di età in su non adeguatamente controllati, per il trattamento del diabete mellito di tipo 2 in aggiunta alla dieta e all’esercizio fisico. In questo setting il farmaco è indicato in monoterapia quando l’impiego di metformina è ritenuto inappropriato a causa di intolleranza o in aggiunta ad altri medicinali per il trattamento del diabete di tipo 2. Inoltre, dapagliflozin ha anche ricevuto l’indicazione, negli adulti, per il trattamento dello scompenso cardiaco cronico sintomatico con frazione di eiezione ridotta (HFrEF) e per il trattamento della malattia renale cronica (CKD). DAPACARE è un solido programma di studi clinici disegnati per valutare i potenziali benefici di dapagliflozin nella protezione CV, renale e di organo. Include più di 35 studi di fase IIb/III completati e in corso su oltre 35.000 pazienti, oltre ad una ampia esperienza di oltre 2,5 milioni di pazienti trattati per anno. Dapagliflozin è attualmente in fase di sperimentazione nello Studio di Fase III DAPA-MI, il primo studio randomizzato controllato condotto su pazienti senza DMT2 che hanno avuto un infarto miocardico acuto (MI)17.

References 

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