Tra chi è meno favorevole ai vaccini o non si è vaccinato contro il Covid-19, è considerato un luogo ritenuto appropriato per la somministrazione
Un italiano su due apre a incentivi, economici e non solo, per promuovere le vaccinazioni. Mentre 9 su 10 sono favorevoli alla somministrazione di vaccini in farmacia. Sono alcuni degli elementi emersi dalla ricerca realizzata da The European House-Ambrosetti e del Centro Interdipartimentale per l'Etica e l'Integrità nella Ricerca del Cnr, e condotta su un campione di 2000 italiani. Dalla survey, presentata all'evento "Fiducia o scetticismo. Gli italiani e le vaccinazioni nello scenario post Covid", realizzato con il contributo non condizionante di Pfizer, emerge come, tra gli strumenti che possono contribuire ad aumentare il livello di fiducia verso la vaccinazione, vi sono anche alcuni nuovi ambiti di intervento.
"Il 55% degli intervistati apre agli incentivi economici, in primis check up ed esami medici gratuiti e i bonus per palestre e centri sportivi: si tratta di strumenti propositivi che potrebbero affiancarsi a quelli già in uso e che allineerebbero le politiche italiane a quelle promosse da molti altri Paesi", afferma Andrea Grignolio, Responsabile del Vaccine Hesitancy Forum del Centro Interdipartimentale per l'Etica e l'Integrità nella Ricerca del CNR. Dai luoghi di studio e di lavoro ai centri commerciali, anche l'aumento dei punti di somministrazione viene visto con favore. Ma soprattutto, a dare fiducia è la farmacia. Persino tra chi è meno favorevole ai vaccini o non si è vaccinato contro il Covid-19, è considerato un luogo ritenuto appropriato per la somministrazione.
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