A Torino, combinate due tecniche, per abbattere rischio ictus
Un intervento rivoluzionario per trattare la fibrillazione atriale è stato eseguito all'ospedale Mauriziano di Torino, per abbattere il rischio di ictus. Un paziente di 56 anni è stato sottoposto all'ospedale Mauriziano a un'operazione che ha combinato per la prima volta al mondo due tecniche: un'ablazione (l'annullamento dei percorsi elettrici anomali) della fibrillazione atriale sia tradizionale che attraverso la superficie esterna, epicardica, del cuore, mediante un approccio mini-invasivo non chirurgico, associato a una legatura esterna epicardica, ma non chirurgica della auricola (prolungamento cavo dell'atrio) sinistra.
Il decorso dell'intervento cardiologico è stato regolare e il paziente è stato dimesso dopo due giorni, asintomatico e senza complicazioni.
L'ablazione transcatetere è la metodica classica e tradizionale nel trattamento della fibrillazione atriale, indicata nei pazienti che non rispondono alla terapia farmacologica. Può tuttavia risultare inefficace, specie per chi presenta forme avanzate di lunga durata o cuore strutturalmente alterato. Il rischio di ictus cerebrale associato alla fibrillazione atriale d'altra parte viene abbattuto mediante la terapia anticoagulante, che però in taluni casi non può essere assunta per un concomitante elevato rischio emorragico. In queste circostanze viene eseguita un'occlusione della auricola sinistra, che è la cavità dell'atrio dove si formano i trombi.
Il paziente operato al Mauriziano rappresenta bene le problematiche appena citate. Per questo è stata eseguita la doppia procedura, in sedazione superficiale. La combinazione delle due tecniche ha consentito di ripristinare un regolare ritmo cardiaco e di abbattere sensibilmente, come viene spiegato dall'ospedale, il rischio di ictus cerebrale, evitando inoltre una successiva necessità di terapia anticoagulante o antiaggregante a lungo termine, quindi con un sostanziale miglioramento della qualità di vita. L’ablazione eseguita sulla superficie esterna del cuore, definita epicardica, consente infatti di accedere ad aree aritmogene che non possono essere raggiunte con l'approccio tradizionale dall’interno del cuore, a causa dello spessore della parete cardiaca, migliorando di molto i risultati della procedura ablativa. La legatura epicardica della auricola sinistra, mai effettuata prima in Italia, consente di abbattere il rischio di ictus embolico legato alla fibrillazione atriale senza mantenere il paziente non solo in terapia anticoagulante, ma se richiesto anche in terapia antiaggregante. A differenza di tutti i sistemi utilizzati in precedenza infatti, questa metodica non prevede l’inserimento di alcun dispositivo permanente all’interno delle camere cardiache. Determina inoltre un'esclusione anche elettrica della auricola, che migliora ulteriormente il risultato dell’ablazione.
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