'Un alleanza per porre fine alla malattia nei bambini entro il 2030'
Solo la metà (52%) dei bambini che nel mondo vivono con l'hiv riceve cure salvavita, rispetto al 76% degli adulti. Sono i dati resi noti nel corso dell'ultima giornata della Conferenza internazionale sull'AIDS a Montreal, in Canada. "Nessun bambino dovrebbe nascere o crescere con l'Hiv e nessun bambino sieropositivo dovrebbe non essere curato", ha affermato il direttore generale dell'Oms, Tedros.
"Il fatto che solo la metà dei bambini sieropositivi riceva antiretrovirali è un oltraggio e una macchia sulla nostra coscienza collettiva" ha aggiunto. E dunque per affrontare una delle più gravi disparità nella lotta contro l'Hiv, tre agenzie delle Nazioni Unite (Unaids, Unicef e Oms) hanno istituito un'Alleanza globale per porre fine all'AIDS infantile entro il 2030. L'obiettivo è prevenire nuove infezioni tra i neonati e che nessun bambino che conviva con l'Hiv sia privato delle cure.
"L'ampio divario nella copertura del trattamento tra bambini e adulti è scandaloso", ha affermato Winnie Byanyima, direttore esecutivo dell'UNAIDS. "Attraverso l'Alleanza, trasformeremo questo oltraggio in azione. Riunendo farmaci nuovi e migliori, un nuovo impegno politico e un determinato attivismo comunitario, possiamo essere la generazione che porrà fine all'AIDS infantile. Possiamo vincere questa battaglia, ma possiamo vincere solo insieme" ha aggiunto.
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