Prevista la disponibilità anche di psicologi, ostetrici, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione e qualsiasi specialista possa servire se un cittadino dovesse stare male
Il 7 luglio è entrato in vigore il DM 77 che impone a tutte le regioni di dotarsi di un'organizzazione “territoriale” adeguata entro il gennaio del 2023: chi non lo farà perderà il 2-3% del finanziamento integrativo del Fondo sanitario nazionale. Il DM 77 prevede Case di Comunità (Cdc) aperte 7 giorni su 7 per 24 ore con in servizio, a rotazione, 30-35 medici di medicina generale e pediatri e tra i 7 e gli 11 infermieri. Prevista la disponibilità anche di psicologi, ostetrici, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione e qualsiasi specialista possa servire se un cittadino dovesse stare male. Nel caso in cui la problematica sia troppo importante e il Cdc non possa risolverla, il cittadino deve essere messo nelle condizioni di andare all’ospedale della comunità, una struttura in grado di gestire patologie acute ma anche aggravamenti di malattie croniche. In pratica il DM77 introduce misure che prevedano ogni tipo di intervento di assistenza sanitaria, in qualsiasi momento, senza che il cittadino debba per forza andare in un grande ospedale a intasarlo con piccole patologie risolvibili diversamente.
Commenti