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La sindrome da rientro, cos'è e quanto influisce l'aumento di peso in vacanza

Endocrinologia Redazione DottNet | 11/09/2022 17:30

Due chili in più ne raddoppiano la durata, creano uno stato infiammatorio che altera gli ormoni

Quei 2-3 chilogrammi di peso in più che molti prendono, tra cene e aperitivi sulla spiaggia, possono rendere più difficile superare la cosiddetta sindrome da rientro. Un aumento di peso, anche se lieve, può creare uno squilibrio ormonale che, a sua volta, può peggiorarne i sintomi, allungandone di fatto la durata.

"Se l'effetto benefico delle vacanze sembra sparire in fretta, il ripristino della routine per circa la metà degli italiani, soprattutto donne, si associa a stress e preoccupazioni" - dichiara Annamaria Colao, presidente della Società Italiana di Endocrinologia e ordinario di Endocrinologia all'università Federico II di Napoli - . È la cosiddetta sindrome da rientro, non una patologia che troviamo sui manuali di medicina, ma a tutti gli effetti una condizione reale che molti sperimentano dopo un periodo più o meno lungo di vacanza soprattutto d'estate". Si tratta di una risposta psico-fisica, caratterizzata da ansia, insonnia, irritabilità e stanchezza, che si prova al ritorno a una normalità diversa da quella rilassante e spensierata della vacanza.

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Secondo le stime della SIE, ne soffre fino al 45% della popolazione con "una frequenza che nelle donne è da 2 a 3 volte maggiore rispetto agli uomini - precisa Colao - . Un affaticamento che è in crescita anche a causa del long-covid che ha proprio la stanchezza profonda come sintomo principale. La sindrome da rientro, ha in genere natura breve e transitoria dura da un paio di giorni a una settimana", sottolinea Colao. "Ma anche pochi chili in più presi durante le vacanze possono allungarne la durata fino a qualche settimana. Ci sono ormai numerose evidenze scientifiche che mostrano la presenza di un legame a doppio filo tra aumento di peso e ansia e depressione. In particolare - continua - lo stato infiammatorio causato da un aumento di peso anche lieve, può creare uno squilibrio ormonale mandando in tilt il sistema che trasforma il progesterone in allopregnanolone, l'ormone del benessere e aumentando i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress. Questo, predisponendo ad ansia e stanchezza, oltre a peggiorare i sintomi della sindrome da rientro, in particolare l'affaticamento, ne puo' allungare la durata".

In sostanza, coloro che mantengono il proprio peso forma in vacanza superano meglio e prima i fastidiosi sintomi del ritorno alla routine, ad esempio dopo due o quattro giorni, rispetto a chi invece ha messo su qualche chilo di troppo che puo' rendere più difficile smaltire la mancanza di energia che dipende proprio dalla fluttuazione degli ormoni come il progesterone e il cortisolo.

La buona notizia è che il nostro organismo può essere aiutato a superare più velocemente gli effetti della sindrome da rientro, seguendo qualche piccolo accorgimento. "La prima regola è cercare di mantenere un buon ritmo sonno-veglia, rispettando il proprio orologio biologico: grazie a un'adeguata quantità di riposo e mantenendo orari regolari si possono recuperare le energie e si favorisce un buon equilibrio ormonale - raccomanda Colao -. Altrettanto importante la dieta, che deve essere varia ed equilibrata: assicurarsi energia non significa consumare troppi zuccheri, che al contrario possono accentuare la sensazione di stanchezza, ma seguire un'alimentazione ricca di frutta, verdura e cereali integrali. Fondamentale infine l'esercizio fisico: la stanchezza da sport è sana, regala endorfine che aumentano il buonumore e mantiene in forma evitando la spossatezza da chili di troppo, ma soprattutto muoversi con costanza nel lungo periodo regala energia, perché migliorano i processi metabolici e quindi l'utilizzo di energia da parte dell'organismo".

Ecco il decalogo salva-energie: 

Dormire a sufficienza, almeno sette ore per notte, cercando di mantenere un ritmo regolare degli orari di sonno e veglia

Ridurre gli zuccheri semplici nella dieta dando la preferenza a un’alimentazione composta principalmente da frutta, verdura, cereali integrali e legumi

Bere in abbondanza: una corretta idratazione è indispensabile per un buon funzionamento di tutto l’organismo e anche del cervello, che altrimenti si stanca più facilmente

Muoversi un po’ ogni giorno, meglio ancora se all’aperto, dando la preferenza a esercizio aerobico di moderata intensità come camminata veloce, corsa, bicicletta o nuoto

Recuperare la capacità di rilassarsi, ritagliarsi ogni giorno un momento di pausa dagli impegni per ridurre lo stress e impedire che diventi cronico

Coltivare le relazioni con gli altri, perché le emozioni positive dal rapporto con familiari e amici migliorano l’umore e fanno sentire più pieni di energia

Riposare e recuperare un po’ di sonno durante il giorno o nel fine settimana

Esporsi il più possibile alla luce naturale, per esempio facendo una passeggiata al mattino o nella pausa pranzo, per sfruttare il potere rinvigorente del sole

Assecondare le fluttuazioni ormonali del ciclo mestruale e, seguire le regole anti-stanchezza con maggiore attenzione nella seconda fase del ciclo

Se la stanchezza diventa cronica e pregiudica le giornate, chiedere consiglio al medico per capire se sia necessario sottoporsi a qualche controllo, per esempio il dosaggio degli ormoni tiroidei.

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