Smi: Piena adesione all’avvio della mobilitazione della FNOMCeO e delle organizzazioni sindacali dei medici della dirigenza
Salvare il soldato Servizio Sanitario pubblico e nazionale. È questa la parola d’ordine con la quale la FNOMCeO e le organizzazioni sindacali dei medici dipendenti e convenzionati, dei veterinari, dei dirigenti sanitari, dei medici in formazione annunciano alla Conferenza delle Regioni e delle province autonome ed al Governo e al Ministro che verrà, l’avvio di una mobilitazione in difesa della sanità pubblica, del loro ruolo e delle condizioni del loro lavoro.
Il ridimensionamento dell’intervento pubblico, la china avviata verso la privatizzazione, la carenza strutturale di personale, dipendente e convenzionato, il peggioramento delle condizioni di lavoro con le fughe conseguenti, il trionfo della burocrazia e della "medicina di carta", mettono a rischio la sopravvivenza stessa del servizio sanitario.
La tempesta della pandemia Covid-19 è stata perfetta e, se il personale ha evitato una caporetto sanitaria, il virus ha agito evidenziando, e accelerando, le contraddizioni strutturali del nostro sistema sanitario, cambiando radicalmente e, forse, definitivamente, lo scenario in cui ci muoviamo. Sono rimaste sul tappeto l’emergenza degli ospedali e delle cure primarie territoriali, Pronto soccorso allo stremo, medicina convenzionata burocratizzata e in molti dei punti del paese assente per errata programmazione, prevenzione primaria e secondaria mai o poco nell’agenda dei processi assistenziali, riducendo l’accesso alle cure di primo livello e creando di conseguenza liste d’attesa che i fondi del PNRR rischiano di non riuscire a risolvere in assenza di un necessario coordinamento che realizzi in un unicum la risposta di cure, superi la frammentazione fra medicina ospedaliera e territoriale e non releghi la continuità assistenziale a miraggio.
Emergenze che stentano, però, a comparire tra gli interventi prioritari promessi dai partiti politici nella campagna elettorale in corso, mentre si acuisce la crisi del carattere unitario del servizio sanitario, la cui disarticolazione comporta una perdita complessiva di coesione sociale affidando la qualità e la sicurezza delle cure al codice di avviamento postale.
La ricostruzione economica e sociale non deve fare slittare in basso nell'agenda delle priorità, tra inflazione, crisi energetica e guerra in Europa, la sanità pubblica, solidale e universalistica, che produce e non consuma ricchezza, considerandola un oneroso capitolo di spesa.
Ma parlare di sanità significa parlare anche di lavoro in sanità e quindi di capitale umano. È innegabile l’attuale crisi della professione medica, stretta tra cambiamento demografico e legittime necessità di genere, restrizione di risorse economiche, ossessione del controllo da parte del management sanitario, trasformazione del "paziente" in "cliente". Una mortificazione del ruolo professionale correlata a un carico di incombenze burocratiche che sottrae spazio alla clinica, pretendendo di sostituire il cronometro allo stetoscopio, e a una crisi di identità che fa da sfondo, con-causa ed effetto, alla crisi della sanità pubblica che non troverà soluzione se non insieme ad essa.
Salute e capitale umano sono due capisaldi da difendere e da rendere più solidi con risorse adeguate e progetti coerenti. Per questo il rilancio della sanità pubblica deve coniugarsi con la valorizzazione dei nostri ruoli e delle nostre funzioni, per poter contare nei processi decisionali ed essere rispettati nelle nostre competenze. Non numeri chiamati a produrre altri numeri, ma professionisti garanti della esigibilità di un diritto costituzionale.
Al centro delle nostre iniziative sono, infatti, il diritto alla salute dei cittadini, il valore del nostro lavoro, che del SSN è un valore fondante, e la richiesta alla Conferenza delle regioni che c’è e al prossimo Governo di risposte, a partire dalla legge di bilancio, in merito a:
Dopo avere evidenziato a più riprese allarme e preoccupazione, riteniamo giunto il momento, in assenza di risposte politiche efficaci, dell’assunzione diretta di responsabilità individuali e collettive attraverso civili e forti azioni, da parte di tutte le forze che hanno a cuore il patrimonio e la sorte del SSN.
Non si salva il sistema delle cure senza o contro chi quelle cure è chiamato a garantire. Anzi, la valorizzazione dei professionisti del Servizio Sanitario Nazionale, dell’area della dipendenza e della medicina convenzionata, è condizione imprescindibile per salvaguardare la salute dei cittadini. Il "capitale dei poveri". Quella che, dicono, viene prima di tutto. È tempo, insomma, di "curare la sanità perché questa possa curare la salute degli italiani" (Cassese).
."Aderiamo senza e senza ma all’avvio di una mobilitazione in difesa della sanità pubblica, del loro ruolo e delle condizioni lavoro, dei medici, lanciata oggi dalla FNOMCeO e dalle organizzazioni sindacali dei medici della dirigenza", così una nota della Segreteria Nazionale dello SMI. "Occorre rimettere al centro dell’agenda politica e del prossimo Governo l'importanza della medicina territorio, di quella generale e ospedaliera, con misure efficaci per rafforzarle. Da tempo abbiamo denunciato i nodi da sciogliere per rimuovere i tanti ostacoli al fine di investire sul serio e non a parole sulla salute degli italiani". "Vogliamo riappropriarci del nostro ruolo e della nostra dignità professionale per poter curare al meglio i pazienti che ci sono affidati; in questo senso siamo impegnati a garantire a tutti i cittadini parità di accesso e immediate risposte in rapporto ad uguali bisogni di salute".
"Ad oggi nel nostro Paese sono più di tre milioni i cittadini senza medico di famiglia. Le postazioni di guardia medica o vengono chiuse o accorpate per mancanza di personale. Le ambulanze del 118 sono senza medico a bordo. Vogliamo che i giovani medici siano attratti da questa professione, che oggi disertano al pari dei vecchi che si prepensionano. Bisogna dire basta alla strisciante privatizzazione della sanità e salvaguardare il carattere pubblico, equo e solidale del Servizio Sanitario Nazionale", conclude la nota.
Formalizzato l’uso della telemedicina per il rilascio dei certificati di malattia, equiparando la visita a distanza alla constatazione diretta
Sette le associazioni federate. La nuova organizzazione rappresenterà i pazienti nel confronto con le Istituzioni, con un’unica autorevole voce. L’obesità in Italia riguarda circa il 12 per cento della popolazione
Onotri: "Riteniamo nettamente insufficienti gli stanziamenti per la medicina generale e le misure introdotte per fronteggiare la carenza dei medici"
Cartabellotta: "Il DFP 2025 conferma che, in linea con quanto accaduto negli ultimi 15 anni, la sanità pubblica continua a non rappresentare una priorità per il Paese"
Cgil, Cisl e Uil: "Sono 200mila, è un comparto strategico"
"I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri le professioni sanitarie ex legge 43/2006, vogliono risposte, vogliono tornare ad essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare, ma in sicurezza”
Testa: “Serve uno straordinario investimento nel territorio prima che della medicina di famiglia rimangano solo le ceneri.”
Leonida Iannantuoni Presidente di ASSIMEFAC; al paziente va dedicato più tempo
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