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Sono sempre più i medici a gettone. E nel Lazio i camici bianchi sulle autoambulanze a metà stipendio

Professione Redazione DottNet | 04/10/2022 18:44

Giuliano (UGL): "Medici a gettone fuori controllo è fine del SSN"

"Il sistema dei medici a gettone, arruolati a chiamata, tramite la giungla delle chat, per colmare le carenze di professionisti nei nostri ospedali, rappresenta un'ulteriore segno indelebile del decadimento senza fine del nostro SSN", lo dichiara in una nota il Segretario Nazionale UGL Salute Gianluca Giuliano aggiungendo " questo meccanismo totalmente fuori controllo gestito per lo più da cooperative porta ad un guadagno elevatissimo da parte dei professionisti, fino a 3600 euro per 48 ore, ma dall'altra parte le corsie e soprattutto i pronto soccorso sono sempre più vuoti di personale" . Il sindacalista prosegue: "La politica dei tagli, il blocco del turnover avvenuto nel corso degli anni e non ultima una programmazione miope nel saper affrontare la pandemia hanno fatto sì che 2886 professionisti nel 2021 hanno lasciato volontariamente il lavoro a causa dei stipendi non adeguati e condizioni di lavoro sempre peggiori. Insomma sempre meno medici, quindi le strutture ospedaliere, non sapendo più come garantire l'assistenza, utilizzano questo meccanismo della chiamata a gettone del tutto inaccettabile. Auspichiamo con fiducia che il nuovo governo intervenga urgentemente mettendo fine a questa follia, mettendo in atto una seria proposta di riforma sanitaria che da un lato metta delle regole ferree sul limitare al minimo i processi di esternalizzazione e dall'altra faccia si che i medici non si trovino più costretti ancora una volta ad abbandonare le nostre corsie a causa delle minime garanzie ricevute" conclude il sindacalista. Non più 40 euro l’ora come durante l’emergenza Covid, ma il compenso ritornerà ad appena 20. Esattamente la metà. Ai medici del 118 è stato dimezzato lo stipendio così in molti scelgono di rinunciare al servizio e le ambulanze di Roma e del Lazio rischiano di fermarsi.

Dimezzato lo stipendio dei medici del 118

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A lanciare l’allarme Mario Balzanelli, presidente nazionale Sis118: "E' assurdo, ingiusto e profondamente discriminante che ai medici del 118 non solo non siano state riconosciute le misure incentivanti che il Governo uscente ha invece approvato per i medici del pronto soccorso, ma ancor di più, come in questo caso, che ai medici del 118 del Lazio venga dimezzato lo stipendio. I medici del 118 di tutta l'Italia stanno abbandonando, in massa, il servizio, perché i loro contratti sono inadeguati, obsoleti, disincentivanti. In una parola, improponibili". Da qui la richiesta di rivedere i contratti perchè valorizzino la professionalità dei medici del 118, protagonisti salvavita del soccorso sanitario extraospedaliero. “Deve essere chiaro a tutti che la presenza del medico - sottolinea Balzanelli - è di determinante importanza quando si tratta di fare, in pochi minuti, la differenza tra la vita e la morte. Lo dimostriamo, nei fatti, tutti i giorni. Un 118 senza medici è un 118 gravemente leso nella qualità del servizio". 

La nota dell’Ares 118: “Riconosciuta valorizzazione durante Covid”

E sulla questione è intervenuta anche l’Ares 118, l’azienda regionale di emergenza sanitaria. “Nel condividere le riflessioni sull'importanza della presenza del medico per le attività di soccorso e della relativa valorizzazione economica si deve tuttavia precisare che i medici in questione non sono dipendenti di Ares 118 e pertanto questa Azienda non può stabilirne o modificarne la retribuzione. Nella specie - sottolinea in una nota - si tratta di un appalto di servizi e la retribuzione dei medici in questione è stata stabilita dallo stesso appaltatore. Ares 118 nell'ottica della valorizzazione dei professionisti medici e delle altre qualifiche ha riconosciuto alle società impegnate nelle attività di soccorso durante il periodo Covid un incremento economico per le attività che hanno avuto maggiori costi determinati dalla pandemia. I rapporti con queste società - spiega l’azienda - devono comunque essere regolati dal contratto di appalto. Allo stato attuale, superato lo stato di emergenza Covid, Ares 118 sta cercando di coniugare tutte le esigenze, tra cui quella di una dignitosa retribuzione dei medici con quella di garantire la legittimità degli atti amministrativi secondo quanto dettato dal codice degli appalti. Le necessità di categoria e le problematiche sottese alla questione sono tuttora in corso di esame ed è aperta una interlocuzione con le società interessate intesa alla individuazione di una soluzione rapidissima e soddisfacente per entrambe le parti ma, comunque, in ogni caso rispettosa delle regole che impone la vigente normativa”.

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