Testa: Medici di Famiglia strappati dai loro studi e costretti a lavorare in strutture che non possono essere altrettanto capillari, come oggi di fatto è, potrebbe trasformarci in burocrati al servizio non più dei cittadini ma delle stesse burocrazi
Testa: Medici di Famiglia strappati dai loro studi e costretti a lavorare in strutture che non possono essere altrettanto capillari, come oggi di fatto è, potrebbe trasformarci in burocrati al servizio non più dei cittadini ma delle stesse burocrazie regionali e aziendali
Al congresso nazionale Snami emergono le enormi difficoltà che sta attraversando la sanità pubblica e le possibili soluzioni per cercare di di rafforzare il diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della costituzione che tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività,garentendo cure gratuite agli indigenti. .Queste ed altre perplessità su come sta evolvendo in negativo la sanità italiana emergono dai lavori dei dirigenti del sindacato autonomo al congresso nazionale in Sicilia.
"Adesso tra costi della pandemia e recessione per la guerra si rischia di andare in default -dice Angelo Testa, presidente nazionale Snami.
"Abbiamo più volte espresso attraverso la nostra comunicazione istituzionale -aggiunge Gianfranco Breccia, segretario nazionale Snami ,-che il pachidermico progetto calato dall’alto senza alcun confronto con chi rappresenta gli addetti ai lavori, cioè i Medici di Medicina Generale, è potenzialmente fallito prima ancora di partire perché è totalmente privo di tutti i percorsi di buon senso e pratici che ben conosce chi lavora quotidianamente nei 60.000 e più studi di medicina generale diffusi capillarmente nel territorio. Poichè è noto che depotenziare il sistema pubblico ha il significato di spalancare le porte al privato, tutto ciò che non si vuole prevenire come errori o sanare come insuccessi ripetuti, ha il significato di aprire un portone ad una sanità spersonalizzata e solo per pochi."
"Dobbiamo fare in modo che la cosiddetta ricostruzione -puntualizza Gennaro Caiffa, vicesegretario nazionale Snami- non sia preceduta dallo smantellamento del sistema in essere, facendo perdere ai cittadini i propri punti di riferimento. Il Medico deve essere messo in condizione di svolgere la propria professione con qualità e dedizione e non essere costretto a sempre nuove mansioni che inevitabilmente vanno a sottrarre tempo alla cura dei propri assistiti.
I Medici di Famiglia strappati dai loro studi e costretti a lavorare in strutture che non possono essere altrettanto capillari, come oggi di fatto è, potrebbe trasformarci in burocrati al servizio non più dei cittadini ma delle stesse burocrazie regionali e aziendali, vittime di malcelati ordini di servizio e della disorganizzazione organizzata delle assl. "In buona sostanza"-conclude Angelo Testa- pensiamo sia difficile partire con le case di comunità previste dal PNRR, senza una programmazione seria, ignorando quale componente medica dovrebbe andarci a lavorare, visto che i Medici scarseggiano e chi lavora capillarmente nel territorio non ha la facoltà di essere fisicamente presente nello stesso momento in due o più luoghi;
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