Lo rivela un ampio studio della UK Biobank, pubblicato sulla Heart. Il lavoro ha coinvolto 53.613 individui, di cui 17.871 hanno avuto il Covid tra marzo 2020 e marzo 2021
Il Covid può aumentare considerevolmente il rischio di eventi cardiovascolari anche seri come infarto, ictus o trombi e anche il rischio di morte nei mesi successivi alla guarigione. Il rischio è più alto nei primi 30 giorni, ma rimane elevato anche dopo un certo periodo di tempo. Lo rivela un ampio studio della UK Biobank, pubblicato sulla Heart. Il lavoro ha coinvolto 53.613 individui, di cui 17.871 hanno avuto il Covid tra marzo 2020 e marzo 2021.
Dei pazienti Covid, 2700 sono stati ricoverati a causa dell'infezione, mentre circa 860 per altre cause. Il resto dei pazienti non ha avuto bisogno di assistenza ospedaliera. E' emerso che, rispetto ai loro coetanei che non avevano contratto il virus, coloro che lo hanno avuto ma non sono stati ricoverati in ospedale per l'infezione avevano un rischio quasi 3 volte maggiore di avere un coagulo di sangue (trombosi venosa) e più di 10 volte maggiore di morire per qualsiasi causa.
La maggior parte delle diagnosi di malattie cardiovascolari, in particolare fibrillazione atriale, trombosi, pericardite e morte per qualsiasi causa, si è verificata entro i primi 30 giorni dall'infezione e tra i ricoverati in ospedale per il Covid. I risultati suggeriscono l'opportunità di fare una profilassi terapeutica a base di farmaci anticoagulanti di almeno una settimana nei pazienti Covid, specie quelli a rischio.
Il focus della ricerca è l’impiego di terapie geniche innovative basate su DNA e RNA progettate per agire direttamente sulla proteina responsabile della patologia
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