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Presto la pillola che sostituirà l'iniezione d'insulina

Farmaci Redazione DottNet | 12/12/2022 16:33

Una molecola che imita l'insulina e che può essere assunta oralmente è stata individuata da ricercatori del Walter and Eliza Hall Institute (WEHI) di Melbourne, in Australia

Sostituire le iniezioni giornaliere di insulina con delle pillole potrebbe esser possibile in un futuro non troppo lontano. Una molecola che imita l'insulina e che può essere assunta oralmente è stata individuata da ricercatori del Walter and Eliza Hall Institute (WEHI) di Melbourne, in Australia. I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista Nature Communications, aprono nuove strade per lo sviluppo di farmaci orali per le persone con diabete.   Le persone con diabete di tipo 1 non possono produrre insulina, ormone chiave necessario per controllare i livelli di zucchero nel sangue, e necessitano più iniezioni giornaliere di insulina per tenere sotto controllo i livelli di glucosio.

"Da 100 anni a questa parte lo sviluppo di una pillola di insulina è stato un sogno per i ricercatori ma, dopo decenni di tentativi, c'è stato poco successo", spiegano Nicholas Kirk e Mike Lawrence ricercatori di Wehi, principali ricercatori dello studio.
   L'insulina, infatti, è difficile da produrre in pillole perché particolarmente instabile e immediatamente degradata dal corpo durante la digestione. La ricerca ha ora subito un'accelerazione con lo sviluppo della microscopia crioelettronica (cryo-EM), una nuova tecnologia in grado di visualizzare molecole complicate in dettaglio atomico, consentendo di generare rapidamente immagini 3D del recettore dell'insulina.  Gli esperimenti cryo-EM hanno identificato una molecola peptide che imita l'insulina e può legarsi e attivare il recettore dell'ormone: questo rappresenta il primo passo in un percorso che indirizza le cellule ad assorbire il glucosio quando i livelli di zucchero nel corpo sono troppo alti. "È ancora una lunga strada che richiederà ulteriori ricerche, ma è entusiasmante sapere che la nostra scoperta apre le porte ai trattamenti orali per il diabete di tipo 1", concludono i ricercatori.

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