L'anomalia scoperta a distanza dalla Cardiologia a Bologna
Aritimie maligne scoperte a distanza con la telemedicina, grazie alla quale si è potuto intervenire urgentemente su una paziente e salvarle la vita grazie a un piccolo cuore artificiale. E' successo a Bologna a una donna di circa 60 anni, affetta da una grave cardiopatia, a cui un paio di anni fa era stato impiantato un defibrillatore. Gli specialisti dell'ospedale Maggiore hanno potuto osservare alcune anomalie nel circuito elettrico cardiaco della paziente, decidendo di inviare al domicilio un'ambulanza per trasportarla in emergenza nel reparto di Cardiologia interventistica. Qui, un'equipe multidisciplinare e multiprofessionale, diretta da Gianni Casella, ha eseguito una procedura di ablazione transcatetere, intervenendo sulle aritmie maligne recidivanti, pericolose per la vita della donna e difficilmente trattabili con terapie farmacologiche.
Il focus della ricerca è l’impiego di terapie geniche innovative basate su DNA e RNA progettate per agire direttamente sulla proteina responsabile della patologia
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