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Influenza: stagione violenta, prosegue per tutto aprile. Indice Rt Covid in risalita alla soglia epidemica

Infettivologia Redazione DottNet | 07/04/2023 18:22

La stagione influenzale di quest'anno ha segnato il più alto numero di contagi negli ultimi 23 anni come certificato dai dati dell'Istituto Superiore di Sanità. Covid: Tre regioni e province autonome sono a rischio alto a causa di allerte di resilien

La stagione influenzale di quest'anno ha segnato il più alto numero di contagi negli ultimi 23 anni come certificato dai dati dell'Istituto Superiore di Sanità. Covid: Tre regioni e province autonome sono a rischio alto a causa di allerte di resilienza

E' ancora in corso una stagione di malanni "straordinaria e violenta", in cui a pesare non è soltanto la circolazione del virus influenzale, ma anche quello sincinziale: un mix che ha portato a un importante impatto, sia in termini contagi che di ricoveri. "Se negli anni scorsi, in questi giorni, la stagione influenzale poteva dirsi chiusa, quest'anno si protrarrà almeno sino a fine aprile - sottolinea Massimo Andreoni, direttore scientifico Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) - occorrerebbe monitorare la situazione per capire se siamo di fronte ad un unicum o se l'attuale situazione rischia di diventare sempre più frequente". La stagione influenzale di quest'anno ha segnato il più alto numero di contagi negli ultimi 23 anni come certificato dai dati dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss). 

"E' iniziata presto, alla 42/ma settimana e non all'abituale 48/ma, - spiega Claudio Cricelli (nella foto), presidente Società Italiana di Medicina Generale (Simg) - per poi raggiungere un piccolo alto e duraturo, e continuare a tenersi parecchio alta per tutta la stagione invernale. Ora si osserva un calo lento e progressivo, ma siamo ancora sopra la soglia epidemica: se tra adulti e anziani si parla solo di 5,8 casi per 1000 abitanti, per i bambini risulta molto elevata". A parlare sono i numeri delle sindromi simil influenzali: alla fine di marzo si parlava di circa 13 milioni di cittadini colpiti, numero destinato ad aumentare fino a fine aprile.

"Ad essere circolato - prosegue Cricelli - non è stato però solo il virus dell'influenza, soprattutto quello A rispetto a quello B, ma anche tanti altri simili: il Sars Cov2, il virus respiratorio sincinziale, l'adenovirus, quello da raffreddore". Le complicanze registrate, che sono state prevalentemente di tipo respiratorio e che hanno colpito soprattutto gli anziani, "indice del fatto - conclude - che dobbiamo aumentare il tasso di aderenza alla vaccinazione".

Questa settimana la stagione influenzale ha tagliato un nuovo traguardo: secondo l'ultimo Rapporto Epidemiologico InfluNet dell'Istituto Superiore di Sanità, con i 300 mila contagi registrati tra il 27 marzo e il 2 aprile, è stata superata la soglia di 13 milioni di casi di sindromi simil-influenzali da inizio stagione. Non era mai successo da quando è iniziata la sorveglianza InfluNet. Il rapporto fotografa la lenta discesa della curva: negli ultimi 7 giorni l'incidenza è stata di 5,1 casi per mille rispetto ai 5,8 della settimana precedente. Il calo più marcato si osserva nei bambini: nella fascia di età 0-4 anni l'incidenza è pari a 15,38 casi per mille; in quella 5-14 anni a 6,79; nella fascia 15-64 anni a 4,90; negli over-65 anni a 2,33 casi per mille. È marcato, invece, il calo della circolazione dei virus influenzali: dei 661 campioni analizzati dai laboratori afferenti alla rete InfluNet, 72 (pari al 10,9%) sono risultati positivi al virus influenzale; la scorsa settimana erano il 15,8%.

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Intanto appare in lieve calo l’incidenza settimanale dei casi di Covid, a livello nazionale. È pari a 34 infezioni ogni 100 mila abitanti, rispetto alle 37 della settimana scorsa. Il dato recente fa riferimento al periodo dal 15 al 28 marzo e registra un lieve aumento dell’indice Rt medio, calcolato sui casi asintomatici. Che si attesta a 1,00, il range è 0,93-1,08, ed è coincidente con la soglia epidemica. È quanto rileva il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute sull’andamento dell’epidemia da Coronavirus. Non si discostano molto neanche i dati sulle ospedalizzazioni. Nelle terapie intensive, il tasso di occupazione è sostanzialmente stabile allo 0,9%, secondo la rilevazione giornaliera Ministero della Salute del 6 aprile, contro lo 0,8% della settimana precedente (rilevazione giornaliera ministero della Salute del 30 marzo). Stabile anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale, che si attesta al 3,8% rispetto al 4,0% precedente. Solo una Regione risulta non valutabile, e di conseguenza equiparata a rischio alto. Tre regioni e province autonome sono considerate a rischio alto a causa di molteplici allerte di resilienza. Otto sono a rischio moderato, di cui tre a causa di molteplici allerte di resilienza, e nove rientrano in quelle a rischio basso.

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