"L'Ssn deve prepararsi a un'altra criticità, quella legata all'aumento del costo dei servizi e delle materie prime dovuto all'inflazione"
"Siamo riusciti, grazie al contributo di tutti, a superare due anni difficilissimi", dice Giovanni Migliore, presidente di Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) "Oggi il problema che abbiamo riguarda il personale. Dobbiamo rendere attrattivo il nostro Servizio sanitario nazionale. Altrimenti rischiamo di investire risorse pubbliche per formare professionisti che poi non contribuiscono al nostro Snn, ma trovano più convenienti altre situazioni lavorative. Anche per quanto riguarda la remunerazione, dobbiamo dirlo francamente", sottolinea.
"Ci vogliono degli interventi precisi, misurati, dobbiamo ripartire dal nostro personale. Noi oggi abbiamo la stessa possibilità di pagare il nostro personale che avevamo vent'anni fa. Anche se è evidente che le esigenze sono cambiate", prosegue Migliore, ribadendo la necessità di eliminare il tetto di spesa per il personale. Per poi spiegare come non sia solo una questione di risorse e investimenti, ma anche di avere "un rapporto diverso con i nostri professionisti".
Secondo il presidente di Fiaso, il Ssn deve prepararsi a un'altra criticità, quella legata all'aumento del costo dei servizi e delle materie prime dovuto all'inflazione. E infine, in futuro va ripensata la stessa azione degli ospedali, in particolare con riguardo al pronto soccorso: "I due terzi delle persone che arrivano al pronto soccorso sono persone, spesso anziani, che potrebbero trovare risposta altrove. Chiaramente non dobbiamo prendercela con loro, ma dobbiamo creare una nuova azione attorno agli ospedale, coinvolgendo anche i servizi sociali. Perché spesso la sanità offre un servizio sociale".
Secondo l’ultimo Monitoraggio Inps, da gennaio a marzo 2025 sono stati liquidati 194.582 nuovi trattamenti pensionistici. Di questi, solo 54.094 sono pensioni anticipate (dato ancora provvisorio), con un assegno medio di 2.065 euro
"La visione ospedalocentrica è sempre più inadeguata e lascia spazio alla medicina di prossimità. Non basta più curare chi arriva: occorre prevedere, intervenire prima, investire nella medicina di iniziativa"
"Attualmente il 20-30% dei Pronto soccorso hanno medici provenienti da cooperative nei propri organici, ed in alcune strutture i 'medici a gettone' arrivano a coprire fino all'80% dei turni"
"i nostri infermieri sono costretti ad assistere anche 14 pazienti per turno. Nelle prossime settimane in Lombardia, Campania, Veneto, Piemonte, Sardegna e Sicilia, rischiamo di avere due soli operatori"
La finalità del divieto è di garantire la massima efficienza e funzionalità operativa all'Ssn, evitando gli effetti negativi di un contemporaneo esercizio, da parte del medico dipendente, di attività professionale presso strutture accreditate
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