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Viaggio nel microbiota. I microscopici segreti della pancia piatta

Microbiota Redazione DottNet | 27/11/2023 15:18

Molte le lamentele rivolte verso bersagli imprecisabili da folle inconsolabili di persone afflitte da un male alieno, spesso destinato a rimanere irrisolto

“Ho consumato un pasto leggerissimo, eppure mi sento più gonfio di un pallone!” “Io, invece, ho solo mangiato un frutto e mi sento lievitare, con la pancia così gonfia che sembro incinta di 6 mesi! E poi mi parte come una tachicardia, mi si abbassa la voce ed avverto uno strano sapore in bocca”. Sono frasi colte al volo, per quanto tutt’altro che infrequenti, frutto di sommesse lamentele rivolte verso bersagli imprecisabili da folle inconsolabili di persone afflitte da un male alieno, spesso destinato a rimanere irrisolto.

Sarà lo stress; sarà l’incessante “logorio della vita moderna”; sarà la somatizzazione viscerale di tensioni emozionali; sarà quello che gli appassionati delle definizioni di tendenza chiamano “colon irritabile”… Di fatto ciò che accade è che un accumulo ingombrante e insostenibile di gas nella pancia genera spiacevoli ed imbarazzanti disturbi intestinali e, talvolta, perfino esistenziali.

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E quel che è peggio è che non basta, in questi casi, mangiare senza glutine o escludere il lattosio, e nemmeno eliminare tutta la sfilza di alimenti che gli stregoni delle intolleranze con i loro test fasulli suggeriscono di togliere. Dopo qualche transitoria miglioria, il ventre torna più prominente di prima al punto da non consentire di agganciare i pantaloni o di abbottonare la camicia poiché la pancia, al primo sconfortante tentativo, già deborda oltre i limiti della decenza. Tante ipotesi, tutte concettualmente verosimili. Sta di fatto però che, a spiegare più credibilmente i disagi ed il malessere correlati ad un problema sempre più diffuso, intervengono le crescenti informazioni che la Scienza del microbiota continua a fornirci e che travalicano abbondantemente quelle spiegazioni avventurose e parziali che spesso sovraccaricano tante incolpevoli persone di ‘responsabilità’ che, invece, non hanno affatto.

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