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Schillaci: gli infermieri li prenderemo in India. Case della Comunità: le faremo, ma vanno geolocalizzate

Sanità pubblica Redazione DottNet | 02/06/2023 16:35

"Il Covid ha messo in evidenza le luci e le ombre del nostro sistema. Le prime sono stati i professionisti, le seconde la medicina del territorio. Manca una rete al servizio del cittadino. La riforma punterà su medici di famiglia, farmacie di servizi

"Il Covid ha messo in evidenza le luci e le ombre del nostro sistema. Le prime sono stati i professionisti, le seconde la medicina del territorio. Manca una rete al servizio del cittadino. La riforma punterà su medici di famiglia, farmacie di servizio e medicina territoriale"

Vorrei dare più soldi al personale ma la filosofia del Piano è quella di investire sulle strutture, le modifiche sono molto difficili. Vedremo, comunque, se riusciremo a ricavare anche una piccola quota per i professionisti della sanità". Così, in un'intervista a la Repubblica, il ministro della Sanità Orazio Schillaci, sulla possibilità di cambiare qualcosa della missione sanità del Pnrr. Sulla carenza del personale dice: "Gli infermieri mancano in tutta Europa. Per questo stiamo pensando ad accordi con Paesi extraeuropei, che potrebbero metterci a disposizione professionisti già ben formati, dal punto di vista sanitario e della conoscenza della nostra lingua. Penso ad esempio all'India. Ha già chiuso protocolli con il Giappone e gli Usa. Hanno una scuola infermieristica di alta qualità e ovviamente tantissimi abitanti". Per i medici, invece, "la loro carenza è diversa. E' mirata, nel senso che riguarda alcune specializzazioni che non sono attrattive, come il pronto soccorso. Abbiamo inserito in un Decreto, il 34, misure per rendere quel lavoro più remunerativo e meno pesante".

Il Ministro parla poi delle Case della Comunità: “Le faremo, dovranno essere dei luoghi nei quali i cittadini troveranno servizi sanitari territoriali. Ora però è importante lavorare per metterci dentro il personale e per geolocalizzarle bene, cioè metterle dove servono davvero”.

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Su come cambierà la sanità grazie al Pnrr, il ministro spiega che "il Covid ha messo in evidenza le luci e le ombre del nostro sistema. Le prime sono stati i professionisti, le seconde la medicina del territorio. E' questa che manca, una rete al servizio del cittadino. Dobbiamo quindi fare una riforma puntando su medici di famiglia, farmacie di servizio, medicina territoriale e innovazione tecnologica. Spesso si parla dell'affollamento dei pronto soccorso, ma quello c'è perchè mancano alternative sul territorio.   E c'è un aspetto su cui punto molto: la digitalizzazione. La considero una svolta. E' anche uno strumento per superare tante diseguaglianze non solo tra Nord e Sud ma anche tra grandi città e piccoli centri. Spero intanto che a breve il fascicolo sanitario elettronico faciliti le cose per i pazienti. Intanto abbiamo prorogato la ricetta elettronica ma grandi cambiamenti ci attendono grazie alla possibilità di monitorare i pazienti a casa con la telemedicina. Così in ospedale ci andrà solo chi ne ha veramente bisogno".

Nell’intervista Schillaci affronta anche la questione Aifa con la riforma che stenta a decollare: “Chiuderemo la riforma entro l'estate o subito dopo. Non è vero che prima c'erano pesi e contrappesi, perché comunque il ministero della Salute aveva già le nomine più importanti. E non dimentichiamo che è stata proprio la presenza di un direttore e un presidente, che non andavano d'accordo, a paralizzare l'agenzia negli ultimi due anni. Della nuova commissione unica che approverà i farmaci dovranno far parte i migliori tecnici del settore”.

Sulla pillola anticoncezionale gratuita invece non vuole entrare: “È una faccenda tecnica che riguarda Aifa e non voglio entrarci. Lì probabilmente c'è una questione economica, il Mef ha chiesto di capire i costi”. Infine, un auspicio per il futuro: “Le liste di attesa, vorrei ridurle. Per farlo servono sì anche soldi ma ci vuole soprattutto un cambiamento culturale. Bisogna lavorare sull'appropriatezza, c'è molta medicina difensiva che porta anche a prescrizioni che non servono. Alle persone vanno fatti gli accertamenti realmente utili. I cittadini devono sempre rivolgersi al medico, non farsi autoprescrizioni. Se si ha mal di schiena non bisogna fare subito la risonanza magnetica, prima è meglio parlare con il dottore. Sugli accessi al pronto soccorso e la specialistica In Liguria Gli infermieri indiani della Rsa Ruffini di Finale Ligure: qui il personale proviene in larga parte dall'India l'inappropriatezza rappresenta almeno un terzo delle prestazioni”.


 

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